FESTIVAL, IL VOTO “POPOLARE” DEVE ESSERE SOSTITUITO DA QUELLO RAPPRESENTATIVO PER REGIONE, ETA’, PROFESSIONE E TITOLO DI STUDIO, ALTRIMENTI E’ UNA PATACCA
PER FORTUNA IL VOTO DELLA SALA STAMPA E DELLE RADIO HA PREMIATO L’ESIBIZIONE E LA CANTANTE MIGLIORE… L’ONORE E’ ALTRA COSA, IL RISCATTO DI NAPOLI PASSA DA ALTRE COSE
Polemiche anche quest’anno per il verdetto di Sanremo, su cui ha pesato in maniera decisiva il voto della Sala Stampa.
Il risultato finale della classifica Top5, ottenuto con la media dei voti di Sala Stampa, giuria Radio e Televoto, ha incoronato Angelina Mango con il 40,3% di share. Al secondo posto Geolier con il 25,2%, al terzo Annalisa con il 17,1%, al quarto Ghali con il 10,5% e al quinto Irama con il 6,9%.
Ma nei risultati del televoto le cose erano andate molto diversamente: Geolier aveva sbancato con il 60%, Angelina Mango era seconda ma con grandissimo distacco avendo ottenuto il 16,1% dei voti telefonici, terzo era Ghali con l’8,3%, quarta Annalisa con l’8% e Irama quinto con il 7,5%.
Dunque, è risultato chiaro che la Sala Stampa – che era chiamata ad esprimere una sola preferenza nello spareggio finale a 5 – abbia votato in massa per Angelina Mango. E questo non ha mancato di suscitare polemiche sui social, soprattutto tra i fan di Geolier.
Il voto popolare è una patacca
E veniamo al punto: chi ha espresso il voto attraverso i telefonini poteva votare il proprio beniamino fino a 5 volte, il che è già di per sè un assurdo. Non solo: se ti organizzi con 5 schede Sim diverse, usandole a stretto giro, arrivi ad esprimere 25 voti.
Chi dispone di una visibilità ampia sui social, attraverso una fitta rete di fans o organizzazioni di altro tipo, interessate a manipolare il voto, può generare decine di migliaia di voti in pochi minuti (che sia un caso che all’inizio dell’ultima serata del Festival il sistema sia andato temporaneamente in tilt?)
Riteniamo che. oltre quella della sala stampa, la giuria ideale debba essere invece rappresentata da quella che una volta di chiamava “demoscopica” rappresentativa per regione. sesso, età, professione e grado di istruzione che garantirebbe un vero equilibrio di opinioni, salvaguardando il festival da “incursioni” esterne pilotate.
Fa tristezza vedere nei vicoli di Napoli striscioni di fans di Giolier con scritto “Onore a te, comunque vada”.
A parte che ricordano slogan politici destinati ad eroi o vittime, facendo finta che non ci sia una organizzazione dietro a questa “celebrazione”, vorremmo ricordare alla Napoli che amo (e chi ci segue sa quanto abbiamo a cuore il destino del Sud) che il riscatto di Napoli non passa attraverso improbabili eroi, ma attraverso il lavoro, il ripristino della legalità e del merito. la cultura, coniugati alla solidarietà che ai Napoletani non fa certo difetto.
E per essere credibili non basta cantare legittimamente in napoletano, ma saper parlare in corretto italiano.
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