FRANA PARTE DEL CIMITERO DI CAMOGLI, CENTINAIA DI BARE IN MARE
UN GRUPPO DI OPERAI HA RISCHIATO DI PRECIPITARE, ERANO APPENA PARTITI I LAVORI PARZIALI DI CONSOLIDAMENTO
Dicono gli abitanti di questa parte di riviera, fatta di roccia più che di sabbia, che “ogni cento anni la falesia cambia pelle”, cioè si staccano pareti rocciose che piombano in mare ridisegnando il profilo di questo bellissimo litorale.
Oggi la falesia ha cambiato pelle e lo ha fatto precipitando in mare un costone accompagnato dal macabro spettacolo di centinaia di bare che galleggiano in acqua. Sono immagini spaventose per due ragioni, quelle che arrivano da Camogli dove oggi è franato il terreno che ospitava una parte del cimitero.
Da un lato è l’ennesima dimostrazione della fragilità del territorio ligure, anche quello urbano, quello più familiare, frequentato. Dall’altro, appunto, l’angosciante visione delle bare semidistrutte che si schiantano sulla scogliera e poi come rovine di navi naufragate finiscono trasportate verso il porticciolo dalla corrente.
L’allerta
A dare l’allarme sono stati alcuni operai che stavano lavorando alla ristrutturazione di alcuni colombai. Hanno prima sentito un forte rumore poi il terreno ha iniziato a vibrare e in pochi secondi la parete della falesia con alcuni colombai si è staccata ed è precipitata in mare da diverse decine di metri. Il rumore del crollo ai piedi della scogliera è stato avvertito da tutti gli abitanti della zona.
Il cimitero si trova lungo la strada che da Recco raggiunge il paesino. Quello di Camogli è uno dei cimiteri più suggestivi della riviera e sono molte le richieste di persone non residenti che chiedono di esservi seppellite.
Fra i primi ad essere informati il sindaco Francesco Olivari che sta coordinando la messa in sicurezza della zona. Si sta anche verificando se il terreno circostante sia stato interessato dal cedimento soprattutto in funzione delle abitazioni che si trovano poco distanti dal cimitero.Si sta mettendo a punto la strategia migliore per il recupero delle bare finite in mare e quelle rimaste in bilico. Sul posto anche il nucleo specializzato per la prevenzione del rischio biologico della Asl.
Sul posto anche l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone che ha poi partecipato a una riunione in Comune per decidere il da farsi. La Regione poco tempo fa aveva stanziato 400 mila euro proprio per interventi che riguarderebbero il consolidamento di un parte di terreno di quella zona.
Il sindaco: “Imprevedibile”
“Vicino all’area del crollo – ha spiegato il sindaco – sono in corso lavoro di consolidamento della falesia. Da una prima analisi, ma solo domani potremo fare esami più accurati, emerge che è stato un crollo difficilmente prevedibile e contenibile. Sulla cima di questa falesia c’erano una serie di loculi che sono precipitati”
La Guardia costiera ha sistemato delle barriere in mare per contenere i materiali finiti in acqua e non ancora recuperati.
L’assessore regionale ha spiegato che “al momento sono stati trovati in acqua 10 feretri e non risultano altre bare da recuperare”. Domani sarà eseguito però un sorvolo con i droni per ricerche più precise e organizzare il recupero delle salme sotto la frana. Prima però sarà necessario valutare i movimenti della parete rocciosa per operare in sicurezza.
Dopo il crollo della falesia che ospita il cimitero di Camogli circa 200 bare sono finite in mare e la corrente le ha trascinate nel porticciolo della celebre località rivierasca. Le operazioni di recupero dei vigili del fuoco sono iniziate sotto gli sguardi della popolazione. Nel cimitero c’è stato il sopralluogo degli amministratori, il sindaco Francesco Olivari e l’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone hanno ispezionato i luoghi con i vigili del fuoco.
Un episodio del genere era accaduto alcuni fa a Nervi in via Capolungo quando anche in quella occasione una parte del promontorio era crollato di schianto e diverse abitazioni erano rimaste a lungo evacuate in attesa che fra cause giudiziarie e definizione delle responsabilità partissero i lavori di recupero che per alcuni stabili sono ancora fermi.
I lavori programmati
Che la falesia fosse soggetta a fenomeni di instabilità era per altro un fatto noto. Pochi mesi fa, a settembre si era aperto un cantiere per “interventi di consolidamento e manutenzione straordinaria della falesia rocciosa sottostante il cimitero comunale” che erano stati finanziati con 400 mila euro dal dipartimento della Protezione civile della Regione Liguria. L’area dei lavori, guardando dal mare la costa, interessava una porzione di terreno leggermente spostata sulla destra rispetto a dove si è verificata la rovinosa frana.
In serata mente era in corso il sopralluogo delle autorità , alcuni residenti sostenevano che da tempo il terreno presentasse i segni di una evidente fragilità e annunciavano denunce, ma è un fatto che la zona fosse stata interessata da lavori già conclusi e altri da iniziare.
(da “La Repubblica”)
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