FUNERALI DUGINA: L’INCHINO DEL CAPO DEI WAGNER E LE CITAZIONI DA HITLER
UNA SFILATA DI CRIMINALI PER LE ESEQUIE. MANCAVA PUTIN CHE HA PAURA A USCIRE DAL BUNKER
Era un funerale di stato a tutti gli effetti, quello di Darya Dugina, la figlia di Alexander Dugin assassinata nella notte tra sabato e domenica a Mosca. Il che conferma ancora una volta il rilievo che quella famiglia ha avuto in questi anni per i servizi e gli apparati della Russia di Vladimir Putin.
Ci sono diverse immagini estremamente dense di senso e rivelatrici della cerimonia, ne abbiamo scelte in particolare tre.
La prima è quella di Leonid Slutsky, il presidente della Commissione Esteri della Duma, che nella sua orazione funebre ha addirittura mimato lo slogan hitleriano «Ein Volk, ein Reich, ein Führer»: «Qualunque sia il tuo partito politico, fede o età, c’è solo una via. Un paese! Un presidente! Una vittoria!».
Slutsky è anche quello che, visto il buon legame stabilito con il 5 stelle Vito Petrocelli, gli scrisse una lettera formale nel maggio 2020 – dopo la vicenda degli “aiuti russi sul Covid” – passando all’incasso con la richiesta di far togliere le sanzioni alla Russia.
La seconda immagine racconta ancora una volta quanto vicino sia ai Dugin l’oligarca Konstantin Malofeev, plurisanzionato per l’annessione illegale della Crimea nel 2014, da lui finanziata.
Malofeev, Dugin e Igor Girkin sono stati personaggi cruciali in tutta quella vicenda, Dugin teorizzò che occorreva «uccidere, uccidere, uccidere gli ucraini».
La terza immagine certifica la riapparizione di Evgheny Prigozhin, l’oligarca sanzionato dalla Ue come capo del gruppo mercenario Wagner, che non si era più visto dal bombardamento della base Wagner a Popasna, proprio in giorno in cui lui era presente sul posto. La Stampa ha ricostruito che Dugina aveva un rapporto di lavoro con Prigozhin: gestiva una serie di persone fittizie online.
Nel marzo 2022 documenti ufficiali americani scrivono: «L’organizzazione di influenza sui media Project Lakhta, di proprietà di Prigozhin, ha sviluppato un nuovo sito, United World International (Uwi). Almeno dal 2014, Project Lakhta ha utilizzato, tra le altre cose, persone online fittizie che si fingevano statunitensi per interferire nelle elezioni Usa, come ha fatto l’Ira durante le elezioni del 2016. Nel 2022, l’Uwi ha suggerito che l’Ucraina «morirebbe» se fosse stata ammessa alla Nato.
Il capo redattore di Uwi, Darya Aleksandrovna Dugina (Dugina), ha cercato collaboratori per scrivere articoli su Uwi». Una famiglia tra Prigozhin e Malofeev, pieni servizi russi. E specializzata in false flag e depistaggi.
(da La Stampa)
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