GIORGIA MELONI SI SENTE TRADITA NON SOLO DAI GABBIANI DI RAMPELLI NEL LAZIO MA ANCHE DA LA RUSSA IN LOMBARDIA
NON POTENDO COMMISSARIARE LA LOMBARDIA, COME E’ SUCCESSO NEL LAZIO, “IO SO’ GIORGIA” HA RECAPITATO UNA LETTERA A ‘GNAZIO: RICORDATI CHE SEI IL PRESIDENTE DEL SENATO, SECONDA CARICA ISTITUZIONALE DELLO STATO. LA RUSSA MANCO HA RISPOSTO ALLA LETTERA
Giorgia Meloni è sempre più oltre la crisi di nervi: oltre ai Gabbiani di Rampelli, si sente “tradita” anche da ‘Gnazio La Russa. La “Ducetta” lo ha premiato con la presidenza del Senato, pensando che con la seconda carica dello Stato si quietasse, e in cambio ha ricevuto solo rogne.
L’ex colonnello di An non si tiene un cecio in bocca: monita, fa politica, dichiara sull’universo mondo (anche sullo stadio di San Siro) e snocciola persino ricette di cucina. Insomma, è ingestibile.
È forte la tentazione della premier di imbavagliare la seconda carica dello Stato. Ma, se nella Capitale Giorgia Meloni ha messo la mordacchia al mentore Rampelli e ai suoi gabbiani attraverso il commissariamento della federazione romana di Fratelli d’Italia, non può fare lo stesso con ‘Gnazio.
Non può commissariare Milano, feudo dei La Russa – il fratello di ‘Gnazio, Romano è il plenipotenziario di Fratelli d’Italia in Lombardia.
Per avere un quadro più chiaro del risiko di potere interno al partito in Lombardia, Donna Giorgia ha spedito sotto il Pirellone il suo responsabile organizzativo “Minnie” Donzelli: l’obiettivo è censire le truppe a lei fedeli.
Le ultimissime esternazioni del “non paludato” La Russa, che non sono state apprezzate (eufemismo) in primis dal Quirinale, hanno spinto la Meloni a prendere carta e penna e a scrivere una cortesissima missiva di fuoco a ‘Gnazio. Con linguaggio tipico delle interlocuzioni istituzionali, “Io so’ Giorgia” ha recapitato un messaggio chiarissimo a La Russa: devi ricordarti che ricopri la seconda carica istituzionale, quella di presidente del Senato. L’ex ministro della Difesa, che non ha neanche risposto alla lettera, ha opposto il suo “me ne frego!”.
Il senso di onnipotenza dei La Russa Brothers ha creato allarme rosso nei salotti buoni della Milano da sorseggiare.
L’intellighenzia Sala&pepe inizialmente schierata a sostegno della candidatura di Letizia Moratti ha cambiato cavallo: è passata in blocco con quel broccolo lesso di Pierfrancesco Majorino.
Il candidato Pd-M5S è considerato l’unico vero avversario del circuito di potere dei fratelli La Russa. Un sondaggio riservato di domenica scorsa dava il centrodestra di Attilio Fontana al 43%, Majorino al 38,5% e Letizia Moratti a un impietoso 14,8%.
Un’altra grana per la Meloni arriva da Roma e dall’attivismo di Fabio Rampelli che, sospingendo i candidati a lui vicini alle Regionali nel Lazio, punta a “controllare” almeno 5-6 consiglieri per avere la golden share sulla prossima, molto possibile, amministrazione di centrodestra.
Ps: Nei circoli bene sotto la Madonnina si ciancia molto sul possibile sbarco della famiglia Angelucci a Milano attraverso l’acquisizione de “Il Giornale” (in ballo c’è anche “La Verità”). Gli imprenditori romani scioglieranno la riserva solo dopo le elezioni regionali, con i risultati in mano.
(da Dagoreport)
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