GRILLO E LE FRAGOLE MATURE
E’ SCESO A ROMA PER CONVINCERE I PARLAMENTARI E FAR RIENTRARE IL DISSENSO… MA IL VOTO SU ROUSSEAU SE LO SONO DIMENTICATI?
Fuori dalla Camera è un viavai di auto blu nel disinteresse generale se non quello dei cronisti, uno a uno i big del Movimento entrano dall’ingresso dei gruppi parlamentari e si dirigono in sala Tatarella. Poi arriva anche Beppe Grillo, il suo ruolo è chiaro: guidare i suoi ragazzi, che ragazzi non sono più da un pezzo, verso l’ultima tappa di questa legislatura che ha visto i 5 Stelle abbattere tutti i propri tabù, ovvero il sì alla grande coalizione.
Prima dell’incontro con Mario Draghi il fondatore e garante arringa i suoi, o meglio, una parte dei suoi: i direttivi di Camera e Senato, Vito Crimi, gli ex ministri dello scorso governo, Davide Casaleggio (accompagnato dalla inseparabile Enrica Sabatini) e Giuseppe Conte.
“Non dobbiamo far contenti tutti perchè è impossibile, ma tentiamo di non spaccarci”, dice il comico genovese. Sul suo blog un paio d’ore prima aveva pubblicato un post, uno di quelli dove si tenta di volare alto, propone il ministero per la transizione ecologica, parla di giovani e futuro; con un conclusivo e indicativo “le fragole sono mature”, ripetuto due volte.
Tutti sanno e tutti sono preparati: Grillo è lì per benedire il presidente del Consiglio in pectore, lo fa insistendo sul fatto che non sarà un esecutivo di austerità , che non si può restare a guardare gli altri che prendono e spendono i soldi del recovery fund ma che anzi, i 5 Stelle devono imporre la propria visione. Il fondatore è un fiume in piena, come in uno spettacolo le grida di incoraggiamento si sentono da fuori. Luigi Di Maio ascolta, non prende la parola, idem Casaleggio.
La senatrice Vilma Moronese invece sì, si prende la briga di riportare i malumori, quasi le lacerazioni interiori, di molti. Fa un intervento accorato, quasi una supplica a tenere bene in mente la difficoltà .
L’intervento finale, prima dell’appuntamento con Draghi, è quello di Conte: “Non dobbiamo buttare via il percorso di maturazione fatto”, sottolinea il premier uscente. Se farà parte del nuovo governo non si sa, “io ci penserò alla fine, ma è davvero l’ultima cosa che si decide”, assicura.
Nel frattempo chiama anche Roberto Fico, prima parla con Grillo, poi con Conte: la terza carica dello Stato si sincera che tutto fili liscio.
La riunione finisce così, non si decide però se l’ultima parola toccherà a Rousseau. Grillo corre da Draghi e nella sala intitolata al dirigente dell’Msi arrivano alcuni parlamentari rimasti a Roma ed ex sottosegretari, da Paola Taverna a uno dei primissimi a esprimersi pro-Draghi come Sergio Battelli; c’è la fila per parlare con il primo ministro uscente, che rimane lì fino al termine della relazione post-consultazioni di Crimi in sala della Regina.
A poche decine di metri di distanza stava andando in onda lo show privato dell'”elevato” con l’ex banchiere centrale, due mondi lontani ma che in questi tempi strani sembrano quasi avere un feeling particolare. “Ovviamente dei 46 minuti lì dentro per 45 ha parlato Beppe”, riporta più tardi Crimi.
“Devi far fuori il killer pugnalatore seriale!”, il consiglio spassionato del comico al già presidente della Bce.
(da “La Repubblica”)
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