I CORVI DELL’ALABAMA VOLTEGGIANO SOPRA TRUMP
LA VITTORIA DEM, IL VOTO FEMMINILE, IL WRITE-IN: I PRESAGI IN VISTA DEL MID-TERM
La vittoria del democratico Doug Jones alle elezioni suppletive per un senatore dell’Alabama con il 49,6% dei voti contro il 48,8 del Repubblicano Roy Moore (in sostituzione di un altro Repubblicano, Jeff Session, nominato ministro della giustizia) ha molteplici significati che trascendono lo Stato del profondo Sud.
La maggioranza repubblicana in Senato scende a un solo voto: 51R. contro 49D., indebolendo notevolmente il margine di manovra di Trump tenendo anche presente il comportamento autonomo di due senatori repubblicani, John McCain e Bob Corker.
La prima clamorosa sconfitta repubblicana dopo le presidenziali avviene in uno Stato roccaforte dell’integralismo conservatore e razzista (definito The Heart of Dixie) che nel novembre 2016 aveva dato i due terzi dei voti a Trump e negli ultimi venticinque anni aveva sempre eletto alla Camera alta i Repubblicani.
Il candidato sconfitto Moore, pur se discusso per motivi sessisti, poteva contare sull’aperto appoggio non solo del Presidente ma anche del leader dei reazionari, Steve Bannon, che si era distaccato da Trump per dare voce senza remore alle posizioni oltranziste.
Al candidato democratico sono andati invece molti voti delle donne bianche che, questa volta hanno infranto la “lealtà ” del blocco dei bianchi (uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri) che era stato decisivo per il successo di Trump.
Infine, e forse più importante per comprendere dove va l’America, è il voto cosiddetto Write-In giunto alla soglia del 1,7%, del tutto eccezionale per questo tipo di voto.
Perchè importante ed eccezionale?
Il voto Write-In significa che gli elettori hanno scritto sulla scheda un nome che non vi era contenuto. Se è vero che uno dei grandi esponenti Repubblicani dello Stato ha indicato questo voto, ne consegue che ormai è matura quella rivolta di una parte del mondo repubblicano (elettorato ed esponenti) che in vista delle elezioni di Mid-Term potrà condurre alla liquidazione di Trump.
Il cambiamento di tendenza sembra generalizzato perchè emerge in uno Stato da sempre baluardo di quell’integralismo conservatore che ha il nucleo duro negli evangelici fondamentalisti che Trump ha cercato di gratificare con l’annunzio di Gerusalemme capitale (in nome della interpretazione profetica della Bibbia).
L’America riserva sorprese ed è sempre difficile pronunciare l’ultima parola.
L’elezione nell’Alabama, tuttavia, è un presagio che qualcosa di importante stia accadendo, non già a favore dei democratici, ma contro l’interpretazione trumpiana del repubblicanesimo.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply