I RADICALI: “CARO SALVINI, I CAMPI ROM LI HA LEGITTIMATI MARONI NEL 2008”
“IL PROBLEMA NON SI RISOLVE COI BLITZ, MA ATTINGENDO AI PROGRAMMI E AI FINANZIAMENTI UE COME FANNO I PAESI CIVILI, MA L’ITALIA NON LI HA MAI CHIESTI”
Matteo Salvini ha scritto al Tempo che, se fosse premier, i campi rom non esisterebbero. Davvero una svolta in casa Lega.
Al segretario del Carroccio forse sfugge che il sistema dei campi tipicamente italiano è stato rafforzato e legittimato per effetto del decreto con cui nel 2008 il ministro leghista Maroni dichiarò «l’emergenza nomadi», poi bocciato dal Consiglio di Stato.
Nel 2010 Maroni dava per risolta l’emergenza.
Quel decreto non solo non ha risolto nulla ma ha permesso di creare un clima di allarme sociale assai fertile per chi come la Lega, oggi come ieri, brandisce il tema della sicurezza come arma elettorale.
La verità è che la chiusura dei campi rom non è un punto programmatico della Lega, ma un obiettivo fissato dalla Commissione europea e recepito nel 2012 dal Governo con la Strategia nazionale di inclusione delle comunità Rom, Sinti e Caminanti.
La questione, dunque, non è se, bensì come.
Per superare la politica dei campi basta confrontarsi con altre città europee, dove modelli alternativi sono stati realizzati con successo anche grazie a quei fondi strutturali di cui il nostro Paese non fa nemmeno richiesta.
È una questione di diritti umani violati e anche di sperpero delle risorse pubbliche.
A Roma solo nel 2013 sono stati spesi ben 25 milioni di euro per mantenere nei campi poco più di 5 mila persone, con nessun beneficio per i cittadini rom, con grande disagio per chi vive nelle vicinanze, ma con un grande indotto per cooperative e associazioni coinvolte nella gestione dei campi.
Per questo abbiamo proposto al sindaco Marino un piano di conversione delle risorse pubbliche attualmente impiegate per i campi, in percorsi concreti di carattere abitativo e lavorativo, sul modello indicato dalle linee di finanziamento europeo.
Solo così sarà possibile invertire davvero rotta rispetto a un sistema fallimentare su cui grava il rischio imminente di una pesante condanna da parte della Ue.
Condanna che, ancora una volta, ricadrebbe sulle tasche dei cittadini.
Se Salvini, oltre a visitare i campi rom della Capitale, vorrà anche confrontarsi su queste proposte sarà il benvenuto.
Agli antagonisti di tutte le tendenze chiediamo di essere antagonisti prima di tutto dei campi etnici, luoghi di segregazione e prima causa di discriminazione.
Riccardo Magi
presidente dei Radicali italiani
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