IL “BERLUSCONIANO” SALVINI CHE NON MOLLA ORBAN E LE PEN IN EUROPA
LA DIMOSTRAZIONE DELLA MALAFEDE DEL CAPITONE SULLA FEDERAZIONE DI CENTRODESTRA IN ITALIA
L’idea di federare la Lega con Forza Italia non cambia i progetti europei di Matteo Salvini.
Se in Italia il leader leghista pensa ad una ‘fusione’ con la parte più moderata del centrodestra, a livello europeo i punti di riferimento del segretario restano Vitkor Orban, Marine Le Pen e affini.
Secondo quanto viene spiegato dai suoi, Salvini continua a lavorare per un nuovo gruppo all’Europarlamento con “il meglio del Ppe, del gruppo sovranista Identità e Democrazia”, in cui è attualmente collocata la Lega, e “del gruppo dei Conservatori”, in cui è collocata Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni presidente dei Conservatori europei.
Se dunque a livello italiano, la bussola si rivolge verso la creatura di Silvio Berlusconi, a livello europeo i riferimenti restano il premier ungherese, leader del partito di nazionalista Fidesz, e Le Pen, leader dell’ultradestra francese ‘Rassemblement National’.
In realtà, si tratta di due forze politiche che finora non hanno legato in Europa. Le Pen ha fondato il gruppo Identità e Democrazia insieme a Salvini, a coronamento del successo elettorale alle europee del 2019 e dopo una campagna elettorale comune. Orban, benché da sempre alleato di Salvini, era nel gruppo dei Popolari fino a qualche mese fa, quando si è consumato l’ultimo scontro interno che lo ha portato fuori dalla famiglia politica più grande d’Europa, di cui fanno parte sia Forza Italia che la Cdu di Angela Merkel.
Il progetto di un nuovo gruppo di destra parte in effetti dall’addio di Orban al Ppe, suggellato dall’incontro tra Salvini e il premier ungherese a Budapest. Presente anche il premier polacco Mateusz Morawiecki, a capo dei nazionalisti del Pis, che al momento sono pilastro del gruppo dei Conservatori con gli eletti di Meloni, dopo aver respinto, nel 2019, l’idea di Salvini di creare un unico gruppo sovranista.
Mentre a Roma spinge per una federazione con Forza Italia, all’ombra del governo Draghi che Fratelli d’Italia non sostiene, in Europa Salvini continua a lavorare per creare quell’unione sovranista che non riuscì nel 2019. Allora, fu forte il no dei polacchi, diffidenti dei legami tra la Lega e Mosca, nonché con Le Pen che ha proprio ammesso di aver accettato finanziamenti dai russi.
Adesso, non è ben chiaro se le stesse incognite saranno superate. Dipenderà anche dal rapporto che l’Ue, su spinta di Biden, instaurerà con Putin: il 16 giugno a Ginevra il presidente Usa e il capo del Cremlino si incontreranno per la prima volta, all’indomani del vertice Ue-Usa a Bruxelles.
Ad ogni modo, oggi le incognite sul campo sono anche le elezioni del 2022: sia in Ungheria che in Francia.
A Budapest, Orban combatte contro sondaggi che danno il suo Fidesz più o meno alla pari (49 per cento) con la coalizione di sei partiti che l’anno prossimo vuole sfidarlo alle elezioni (48 per cento). La sua parabola sta conoscendo una fase più complicata del passato, il suo sfidante potrebbe essere l’attuale sindaco di Budapest Gergely Karácsony, il candidato più in vista alle primarie della coalizione avversaria a Fidesz.
In questi giorni, l’ultima battaglia è sulla presenza cinese in Ungheria: in migliaia sono scesi in piazza nel weekend nella capitale contro il progetto di aprire una filiale magiara dell’università cinese di Fudan, sostenuto da Orban.
Al contrario, l’alleata francese di Salvini, Le Pen, sta attraversando un’altra fase di ascesa. I sondaggi danno il Rassemblement National testa a testa con ‘La Republique en marche’ di Macron in vista delle presidenziali dell’anno prossimo. E magari proprio queste previsioni così ottimistiche – benché il doppio turno francese abbia sempre favorito i partiti tradizionali – ha indotto Salvini a riprendere i contatti con Le Pen anche dopo la cosiddetta ‘svolta moderata’ a favore del governo Draghi.
Tre settimane fa, il leader della Lega ha tenuto un incontro in videoconferenza con la leader del Rassemblement National. Non accadeva da tempo.
Dunque, se il piano italiano pende verso Forza Italia, il piano europeo di Salvini resta sintonizzato con le forze più nazionaliste del continente.
Sulla tempistica della nascita del nuovo gruppo, nella Lega non si sbilanciano, sottolineando che il progetto è “sganciato dagli appuntamenti elettorali nazionali”. Appuntamenti che però, volendo o nolendo, disegneranno un bel pezzo di futuro per le forze politiche dell’Unione (insieme alle elezioni tedesche di settembre), nessuno escluso.
(da Huffingtonpost)
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