IL CASO SCURATI E LE LEZIONI DI PLURALISMO CHE DOVREBBE PRENDERE GIORGIA MELONI
LA NOSTRA RISPOSTA ALLA POLEMICA
Riassumo la vicenda: La Rai cancella il monologo di Antonio Scurati sul 25 Aprile e come motivazione sostiene che si tratta di “questione economiche”, ma esce il documento Rai che la smentisce: “Motivi editoriali” (quindi censura perchè il testo non piaceva)
Di fronte all’ennesimo episodio di censura Giorgia Meloni in preda all’ira replica: 1) “la Rai ha risposto di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”. 2) “chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno” 3) “Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini”.
E qui veniamo al punto.
1) Chi è il dirigente “dell’approfondimento Rai” che ha censurato Scurati? Paolo Corsini, colui che ad Atreju si definì “militante” di Fratelli d’Italia, suscitando polemiche a non finire e il richiamo persino del presidente Rai Roberto Sergio
2) Meloni avalla la tesi che la Rai si sarebbe semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro per l’intervento dello scrittore, tesi smentita dal documento interno Rai che esclude motivazioni economiche alla base della decisione ma ragioni “editoriali” (non ne approvava il contenuto, quindi). Fa ridere il richiamo ai 1.800 euro, una cifra irrisoria rispetto a quanto percepiscono gli ospiti di livello in Rai per una comparsata: perchè Meloni non rapporta quella cifra alle decine di migliaia di euro che percepiscono i dirigenti “sistemati” dal suo governo nei vari Cda ? Sbaglio o la Meloni percepisce da 20 anni sei volte lo stipendio medio di un operaio?
3) Quanto alla propaganda pagata dai cittadini, chi meglio della Meloni può essere testimonial della propaganda sovranista che impesta la Rai a tutte le ore, pagata non solo dal 44% di chi l’ha voluta premier, ma anche dal 56% che non ha votato sovranista?
E perchè mai costoro dovrebbero sorbettarsi le balle sovraniste senza aver diritto ad ascoltare anche interventi di chi la pensa come la maggioranza degli italiani?
4) Non sei d’accordo con la tesi di Scurati? Entra nel merito e replica, contestando il suo monologo. Ci sono persone che lo hanno fatto, non avendo poltrone da difendere, dove sta il problema? Il bello del pluralismo è la possibilità di confrontarsi: non è scappando dal merito delle cose per timore di perdere consensi che si dimostra di essere statisti.
5) Evita il vittimismo del “chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno”, non ti crede nessuno. Il processo di orbanizzazione dell’Italia è evidente a tutti: c’e’ a chi sta bene e a chi no. E coloro a cui non sta bene hanno diritto in una democrazia a far sentire la propria voce.
Anzi, sai che ti dico? Che un premier che è convinto delle proprie idee dovrebbe dare il 60% degli spazi Tv alle opposizioni, accettare le domande scomode dei giornalisti e fare confronti mensili con i leader che ti contestano. Chi sta nella ragione non ha paura degli avversari, non li censura e non occupa il potere per distribuirlo ai vassalli.
6) Vuoi difendere il fascismo? Abbi il coraggio di farlo. Vuoi abiurarlo? Abbi altrettando coraggio di dirlo. Prenditi applausi e insulti, come tutti i leader di livello che hanno fatto la storia nel nostro Paese con scelte di campo.
Le mezze calzette non fanno mai la Storia.
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