IL CONSIGLIO UE ADOTTA LA LEGGE SUL RIPRISTINO DELLA NATURA, L’ITALIA DEL GOVERNO AMICO DEGLI INQUINATORI VOTA CONTRO
CONTRO L’IGNORANZA C’E’ POCO DA FARE
L’iter di approvazione della Legge sul ripristino della natura, uno dei provvedimenti-simbolo dell’agenda verde europea, ha raggiunto il traguardo finale.
Oggi, lunedì 17 giugno, il Consiglio Ue ha adottato il regolamento, mettendo fine a uno stallo di oltre due mesi. Decisivo il voto dell’Austria, che con un ripensamento dell’ultimo minuto si è unita al blocco dei Paesi favorevoli al provvedimento. A votare contro l’adozione è il governo italiano, con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto che già in passato aveva criticato la Nature restoration law e si era detto preoccupato del possibile impatto sul settore agricolo. Oggi al Consiglio era presente la viceministra Vannia Gava, che ha spiegato così il voto contrario dell’Italia: «Per quanto siano stati introdotti miglioramenti, l’accordo finale resta per noi insoddisfacente. Non possiamo accettare che si vadano ad accrescere gli oneri economici e amministrativi per il settore agricolo»
I negoziati, l’approvazione e lo stallo
La votazione di oggi in Consiglio è passata grazie al voto favorevole di 20 Paesi. Hanno votato contro il provvedimento Italia, Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia, mentre il Belgio si è astenuto. L’intesa tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue sulla legge per il ripristino della natura è stata raggiunta a novembre 2023. A febbraio 2024, l’eurocamera ha approvato il provvedimento in via definitiva e ci si aspettava che il Consiglio avrebbe fatto lo stesso poco più tardi. Il ripensamento dell’Ungheria di Viktor Orbán ha creato invece uno stallo nelle istituzioni europee, con la presidenza belga che si è ritrovata senza una maggioranza in grado di far passare il regolamento. Le elezioni europee hanno contribuito a rallentare ulteriormente la discussione, con alcuni Paesi che temevano un contraccolpo politico in vista dell’appuntamento elettorale. Il Consiglio Ue di oggi ha sbloccato la situazione nell’ultimo vertice utile dei ministri dell’Ambiente prima che la presidenza di turno passi dal Belgio all’Ungheria.
Cosa prevede la Nature restoration law
La particolarità della Nature restoration law consiste nel fatto che si tratta di un provvedimento che punta non solo a proteggere le aree naturali a rischio, ma anche a ripristinare le aree che già sono degradate.
Secondo le stime della Commissione europea, ad oggi l’80% degli habitat europei versano in condizioni di degrado. In base al regolamento adottato oggi dal Consiglio, i Paesi Ue dovranno ripristinare almeno il 20% delle aree marine e terrestri entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro metà secolo.
Secondo Bruxelles, raggiungere questi obiettivi porterà a un beneficio non solo ambientale, ma anche economico. Le stime dell’esecutivo comunitario dicono infatti che ogni euro investito nel ripristino degli ecosistemi si tradurrà in almeno 8 euro guadagnati. A vigilare sull’effettivo rispetto del regolamento sarà l’esecutivo Ue, a cui il Consiglio ha chiesto anche di presentare – entro un anno dopo l’entrata in vigore del provvedimento – una relazione comprensiva delle risorse economiche disponibili a livello comunitario per finanziare tutti gli interventi richiesti.
(da Open)
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