IL LEGHISTA INDAGATO PASSA AL GRUPPO MISTO, MUSUMECI ORA HA SOLO 35 CONSIGLIERI SU 70
NIENTE POLTRONA, ADDIO ALLA MAGGIORANZA… LA LEGA ACCUSA FRATELLI D’ITALIA: “UN ASSESSORE SPETTAVA A NOI”…EVVIVA LA DESTRA DELLA LEGALITA’ E DEGLI IDEALI
Malumori in casa Lega per il mancato ingresso nella giunta di Nello Musumeci.
Il partito di Salvini aveva chiesto un riconoscimento per il risultato elettorale, ma alla fine nel governo è entrato Sandro Pappalardo, esponente di Fratelli d’Italia, il partito della Meloni con cui Noi con Salvini aveva fatto lista comune alle regionali, superando lo sbarramento del 5%, che ha permesso l’elezione all’Assemblea del leghista Tony Rizzotto.
Vista l’esclusione dalla giunta, il parlamentare ha deciso di abbandonare il gruppo parlamentare e andrà ora al gruppo Misto.
Un passaggio non di poco conto visto che con Rizzotto la già risicata maggioranza di Musumeci poteva contare su 36 deputati su 70 e adesso diventano 35, ovvero esattamente la metà dei parlamentari presenti all’Ars.
A questo punto è prevedibile che il governatore potrebbe avere qualche problema di numeri quando si tratterà di approvare i primi provvedimenti.
«Faremo un’opposizione costruttiva, valutando di volta i volta i singoli provvedimenti proposti dal Governo», ha detto Angelo Attaguile, segretario nazionale del movimento Noi con Salvini e deputato del Carroccio.
«Fratelli d’Italia non ha rispettato i patti siglati durante la campagna elettorale. E’ un comportamento da vecchia politica inconciliabile con noi». Il riferimento è al cosiddetto “patto dell’arancino” siglato a Catania tra Berlusconi, Salvini, Meloni e Cesa.
Secondo la Lega il posto in giunta era un atto dovuto dopo l’esclusione del Carroccio dal listino di Musumeci, dove, invece, aveva trovato spazio il partito della Meloni. «
Ho sentito Salvini, ovviamente c’è molta amarezza – spiega – e concorda con la nostra decisione di non fare un gruppo unico con FdI, ma di andare al Misto».
*«Con Musumeci non ci siamo sentiti nelle ultime ore – conclude Attaguile – d’altra parte non avevamo nulla da dirci, gli accordi erano tutti già stati fatti».
(da “La Sicilia”)
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