IL PIANO B DI CONTE STENTA COME IL PIANO A
TRA I POTENZIALI “RESPONSABILI” TUTTI NEGANO LE INTENZIONI DI APPOGGIARE AL GOVERNO
Tutti stanno scrivendo i piani di guerra. Quella di Giuseppe Conte è una battaglia di trincea: “Non mi muovo e cerco di stanare l’avversario”. Quella di Matteo Renzi è una guerra di movimento. Ha piazzato tutti i suoi cannoni, dal Recovery plan al Mes fino ad arrivare ai Servizi segreti. Aspetta le contromosse.
Per ora il premier non intende cedere su nulla, tuttavia nello stesso tempo non trova la sponda dei responsabili disposti a sostenerlo se Italia viva dovesse abbandonare l’esecutivo, lasciando la maggioranza con 48 parlamentari in meno: -18 al Senato e -30 alla Camera.
Malgrado il presidente del Consiglio abbia espressamente smentito la volontà di andare alla Camera alla “ricerca” di altre maggioranze, è stato il suo riferimento alla necessità di un “passaggio parlamentare”, in caso di rottura con Matteo Renzi, ad alimentare nuove voci e indiscrezioni.
E in fondo di rottura parlano proprio gli esponenti di Italia Viva compreso il leader: “Conte ha detto che verrà in Parlamento. A mio giudizio ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo. Ma se ha scelto di andare a contarsi in Aula accettiamo la sfida”.
E poi Renzi, ostentando una soluzione già in tasca se questo governo dovesse cadere, aggiunge: “Mi fa sorridere che chi è entrato in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno finisca col dipendere dalle mosse di Clemente Mastella”.
Il riferimento in realtà è anche alla moglie dell’ex senatore Dc e fondatore dell’Udeur. Sandra Lonardo, eletta in Forza Italia, da luglio al gruppo Misto, è pronta a schierarsi con Conte “se in Parlamento il presidente del Consiglio dovesse rivolgere un appello ai ‘Responsabili’ per andare avanti, perchè aprire una crisi al buio in questo momento sarebbe un atto di grande, grande irresponsabilità ”.
E poi, contatta dall’Huffpost, non ha dubbi: “Se Conte dirà che si andrà al voto verranno fuori tanti responsabili, è sempre così”.
Intanto nella lista dei parlamentari che potrebbero ‘rimpolpare’ la maggioranza, i principali ‘imputati’ sono da sempre i forzisti. Forza Italia ha gruppi corposi sia alla Camera e al Senato (91 deputati e 54 senatori), oggetto di contesa tra maggioranza e opposizione (di recente tre azzurri sono passati alla Lega).
Ma tra i vertici azzurri per adesso c’è compattezza, non ci sarà il soccorso azzurro. Il senatore Andrea Cangini, spesso nell’elenco di coloro che potrebbero puntellare la maggioranza, smentisce questa ipotesi: “Non ho mai avuto la tentazione di sostenere questo governo, neanche lontanamente. Ma non sento neanche colleghi forzisti tentati da ciò”. Inoltre in tanti dubitano che Renzi possa realmente togliere il suo sostegno a Conte. Come accade da mesi – ammette una fonte – hanno provato a sondare alcuni di FI, soprattutto al Senato, brandendoli con proposte di posti da sottosegretario, ma, a quanto risulta, senza alcun risultato
Altri eventuali ‘responsabili’ potrebbero essere cercati tra i centristi, ma anche loro hanno smentito in coro. “Mi chiamano Palazzo Chigi e Pd, ma non soccorrerò mai il Governo”, dice Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc all’Huffpost. “Essere responsabili significa, a casa nostra, essere coerenti con le proprie idee”, aggiunge Giovanni Toti a nome della delegazione di Cambiamo!, con lui ci sono Paolo Romani e Gaetano Quagliariello: “Non ci pensiamo nemmeno. Posso solo dire che siamo all’opposizione e restiamo all’opposizione”.
Il clima nella maggioranza resta quindi molto teso. Un orizzonte tracciato non c’è, i capi delegazione attendono la convocazione per la verifica di governo, così come si attende la data del Consiglio dei ministri per parlare del Rocovery plan, ovvero dei progetti di riforma da attuare con il fondo per la ripresa.
Il premier ci starebbe lavorando in queste ore per riuscire a presentarlo lunedì. Per adesso resta nella sua trincea, al bivio tra un rilancio di governo e la crisi.
(da “Huffingtonpost”)
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