IL PRIMO (E FORSE ULTIMO) CONGRESSO DI “SCELTA CIVICA”
ELETTO SEGRETARIO ZANETTI, RENZI CONVITATO DI PIETRA… ANCHE DELLA VEDOVA SE NE VA, MA NON LASCIA LA POLTRONA
Non si parla che di lui.
Chi lo nomina e chi non pronuncia il suo nome, ma il convitato di pietra del Congresso di Scelta Civica è Matteo Renzi, che ha già portato via con sè otto senatori e ora vorrebbe ospitare nel Pd anche tutti i deputati.
Il partito, che il premier pochi giorni fa aveva considerato estinto, oggi prova ad alzare la testa mostrando un cartello con scritto “Keep Calm and love Scelta Civica”.
Una sorta di pace e amore all’indomani della transumanza.
In platea tutti abbracciano il quadrato di cartone con stampate lettere blu, lo tengono tra le mani un po’ per conforto e un po’ per mostrare che, anche se privi di gruppo al Senato, si esiste ancora.
Un altro delegato indossa invece una maglia con stampati il cartello di divieto di transito e la scritta “Stop al trasformismo”.
Segno che altre fuoriuscite potrebbero essere dietro l’angolo.
Il responso del primo Congresso di Scelta Civica, qualcuno pensa sia anche l’ultimo, lo evoca Arturo Scotto di Sel (tra gli invitati presenti in sala) nel suo discorso: “Era da tempi lontani che non si sentiva urlare in questo modo il nome ‘Enrico, Enrico’”.
Ma quello era il Pci ed era tutta un’altra storia.
Oggi si parla di Scelta Civica, un partito sull’orlo dello scioglimento, affetto da transumanza, che elegge con un quasi plebiscito (384 voti, 93%) il nuovo segretario, appunto Enrico, non Berlinguer ma Zanetti.
È da lui che il partito, simulacro dell’illusione montiana, vuole ripartire con l’intento di sopravvivere.
L’idea è quella di andare sui territori ed essere un soggetto politico un po’ di governo e un po’ di lotta, un po’ maggioranza ma non tecnici del Pd.
Di quel Pd che invece viene accusato di aver lanciato “una opa su un partito alleato”. Dunque “Sc ricomincerà a far politica fuori dal Palazzo”, promette Zanetti, che pensando ai cambi di casacca ricorda il film “L’invasione degli ultra corpi”: i senatori andati via “sembravano come noi, sembravano di Scelta Civica, invece erano del Pd. Forse un gruppo al Senato non lo abbiamo mai avuto”.
Gli sfidanti di Zanetti erano Luciana Cazzaniga e Benedetto Della Vedova. Quest’ultimo, in minoranza, ritira la mozione nella quale sosteneva che non ha senso che “un partitino”, come Scelta civica, vada sui territori, per poi restare isolato. Dovrebbe invece lavorare “per aggregare”. Altrimenti, se si desidera “rilanciare un partitino, si decide di stare all’opposizione, ma io – dice – resto convintamente in questa maggioranza. Il premier, arrivato in modo un po’ sgarbato rispetto al mio amico Letta, è un leader potente che sta giocando la sua leadership in Europa. Il Pd non è il mio partito ma Renzi è il mio presidente del Consiglio”.
In pratica, il sottosegretario agli Esteri è l’unico a giurare fedeltà al premier, pur sottolineando che al Senato, dopo la chiusura del gruppo di Scelta civica, andrà al Misto con Mario Monti e non confluirà nel Pd, come gli altri otto.
Ma il passo – maligna qualcuno in sala – potrebbe essere breve.
Il partito targato “Zanetti-Keep Calm and love” immagina invece una terra di mezzo. La stessa terra di mezzo di cui parla Gaetano Quagliariello, anche lui tra gli ospiti. “Visto che abbiamo un problema comune, cioè quello di come stare al governo – dice il coordinatore di Ncd rivolgendosi ai delegati Sc – leghiamoci con un patto di consultazione e lavoriamo a una terra di mezzo, che invece Renzi e Salvini vogliono cancellare”.
Tuttavia Ncd in queste ore sta giocando la sua personalissima partita con Renzi per un nuovo patto di governo e come andrà a finirà si vedrà .
Nella terra di mezzo, comunque, potrebbe trovare spazio anche Corrado Passera, leader di Italia Unica, presente in sala.
Al Congresso di Scelta Civica si fa notare l’ex 5Stelle Paola Pinna e chissà se, nei vari spostamenti parlamentari, il partito di Zanetti non si stia attrezzando per accogliere qualche transfuga.
Matteo Renzi invece non invia alcun messaggio in terra nemica pur alleata, ma manda la responsabile Enti locali del partito Valentina Paris, la quale prendendo la parola, subito dopo una serie di interventi contro chi ha fatto campagna acquisti in Sc, esordisce così: “Arriva il cattivo Partito democratico…”.
Poi, scendendo dal palco, ai cronisti sussurra: “Se i senatori sono venuti da noi è perchè siamo accoglienti”.
(da “Huffingtonpost“)
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