IL RAPPORTO DI MEDICI SENZA FRONTIERE SMENTISCE SALVINI: “LA LIBIA NON E’ UN PORTO SICURO, LE CONDIZIONI DI DETENZIONE SONO DISUMANE”
NEL CENTRO DI DETENZIONE DI SABAA BLOCCATI 300 MIGRANTI, 100 SONO MINORI, RINCHIUSI SENZA BAGNI NE’ LETTI, UN PASTO OGNI TRE GIORNI.. LA VERGOGNA DEL GOVERNO COMPLICE DEI CRIMINALI LIBICI
I dati dell’ultimo rapporto di Medici Senza Frontiere sono allarmanti.
Tra i 300 migranti rifugiati e bloccati nel centro di detenzione a Sabaa, Tripoli, almeno 100 di loro sono minori e più di 30 sono stati chiusi a chiave in uno spazio di 4,5 metri per 5, meno di un metro quadrato per persona, senza spazio per sdraiarsi e senza latrine.
Un pasto ogni 2-3 giorni se fortunati, 4 se si è appena arrivati.
MSF ribadisce con sicurezza: “La Libia non è un porto sicuro e il fatto che le politiche europee consentano di riportare le persone soccorse in mare in queste disumane condizioni di detenzione, è del tutto immorale”.
Nel rapporto si chiede alle autorità libiche e alla comunità internazionale di affrontare al più presto le inumane e pericolose condizioni all’interno dei centri di detenzione libici.
Nei centri di detenzione, dichiara Karline Kleijer responsabile per le emergenze di Medici senza frontiere mancano “necessità di base che servono a supportare la vita umana. Se non riescono a fornire alle persone cibo, ripari e servizi esssenziali in modo costante e adeguato, le autorità libiche devono immediatamente rilasciarle”.
Attacca l’Europa che “contribuisce a questa sofferenza permettendo che le persone soccorse in mare vengano riportate forzatamente in queste condizioni disumane. È immorale”.
Secondo gli screening nutrizionali di MSF, condotti a febbraio, circa una persona su quattro a Sabaa mostra sintomi dovuti alla fornitura non costante e alla scarsa qualità del cibo.
Il 2 per cento soffre di malnutrizione severa acuta, il 5 per cento di malnutrizione acuta moderata, un ulteriore 16% è sottopeso.
I minori sotto i 18 anni, che rappresentano più di un terzo della popolazione complessiva del centro, hanno il doppio delle probabilità di sviluppare una malnutrizione severa e tre volte le probabilità di sviluppare una malnutrizione moderata rispetto agli adulti.
La richiesta di Medici senza frontiere per affrontare l’emergenza libica è suddivisa in 4 punti:
“1. Garantire a tutte le persone detenute a Sabaa e negli altri centri di detenzione in Libia un’adeguata quantità di cibo per rispondere ai loro bisogni nutrizionali di base.
2. Liberare dalla detenzione tutti i minori di 18 anni e fornire loro il supporto di cui hanno bisogno.
3. Sospendere i nuovi arrivi nel centro di Sabaa se non sarà possibile fornire cibo e spazio adeguato, garantendo il rilascio o il trasferimento delle persone attualmente detenute.
4. Garantire che le condizioni nei centri di detenzione rispettino gli standard definiti a livello nazionale, regionale e internazionale”.
Marco Bertotto, responsabile advocacy di Medici senza frontiere conclude: “Per la prima volta in questi giorni il governo italiano ha scritto nero su bianco che la Libia rappresenta un porto sicuro. Ma le leggi internazionali e marittime, numerosi rapporti delle Nazioni Unite, e quanto testimoniano i nostri medici nei centri di detenzione, affermano esattamente il contrario”. Quindi: “Oggi l’unica soluzione offerta ai migranti dall’Europa e dall’Italia è la Libia, ma la Libia non può in alcun modo essere una soluzione.”
I medici affrontano principalmente problemi causati e aggravati dalla mancanza di un’assistenza medica adeguata e dalle condizioni inumane all’interno dei centri. All’ordine del giono: infezioni del tratto respiratorio, diarrea acquosa acuta, scabbia e tubercolosi. Molti pazienti soffrono di ansia e depressione o mostrano sintomi di disordine da stress post-traumatico.
(da agenzie)
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