IL SISTEMA ITALIA VISTO DA ZURIGO
GENOVA BOCCIATA E INAFFIDABILE. A ZURIGO NIENTE AUTO BLU…IL SINDACO VA IN BICI.
Ogni anno, la Giunta municipale della capitale economica della Svizzera fa una visita in una grande città europea per promuovere il proprio marchio e confrontarsi con altre realtà , modi di vivere e di fare business, oltre che di amministrare. Nei giorni scorsi, sono stati ospiti di Genova il sindaco di Zurigo, Elmar Ledergerber, la sua giunta e diversi imprenditori svizzeri. Ne è scaturito un confronto franco da cui sono emersi giudizi poco lusinghieri, non tanto sulla accoglienza e sulla città in sè, quanto sul meccanismo burocratico italiano: ” Da noi è tutto più semplice, in Italia la burocrazia blocca tutto. Genova non è solo un porto inaffidabile, ma una serie di potenzialità inespresse, una grande storia affossata da lobbies e ingessature”.
Il sindaco di Zurigo ha rilevato ” come il vostro sistema-porto manca di affidabilità , il collegamento con la rete ferroviaria italiana è lento e farraginoso. Nel vostro porto è dura capire quando un container uscirà . Un giorno c’è lo sciopero degli operai, un altro quello dei doganieri, un altro ancora si ferma tutto per il vento. E’ per questo che a Genova arriva solo il 2,5% delle merci destinate alla Svizzera, una volta era diverso, arrivava il 60% dei carichi. Non ci si può ostinare a portare le merci su gomma, con gravi rischi di inquinamento e costi raddoppiati. So che non mancano le infrastrutture, ma il problema penso sia l’organizzazione interna al vostro porto. Inaffidabile.”
Genova è a un passo, la Germania è lontana, ma gli elvetici si servono del porto di Amburgo, questa la realtà , in quanto la nostra città non ha ancora saputo dare costi competitivi, tariffe certe e tempi precisi, tutto è sempre in balia degli eventi. E questo pressapochismo mal si concilia con la precisione richiesta dai Paesi industrializzati europei.
Il sindaco ha colto l’occasione per spiegare un altro modo di vivere, di comportarsi e di decidere. Zurigo conta 380.000 abitanti, ma di giorno raddoppiano, perchè arrivano altrettante persone nell’aria metropolitana. Sono sbarcate, usufruendo di spazi idonei, le grandi multinazionali come Microsoft e Google e le grandi aziende impegnate nella ricerca scientifica. Il 60% della popolazione utilizza per muoversi il mezzo pubblico e lo stesso sindaco usa l’auto blu una sola volta al mese di media, il resto dei giorni gira in bicicletta. Gli zurighesi hanno una carta che costa 50 euro l’anno e dà diritto a pagare metà del costo del biglietto del bus a ogni viaggio.
Lo stipendio medio è di 4mila euro al mese: La vita costa di più, ma chissà perchè un litro di latte, ad es., lo si paga di più in Italia e così tanti altri prodotti. In Svizzera non capiscono poi la nostra frenesia di iscriversi in massa all’Università e il sindaco spiega: ” Il nostro sistema scolastico è semplice: c’è una scuola primaria che dura 10 anni e poi l’apprendistato. Un ragazzo lavora già in azienda dopo i 16 anni e sui 20 anni entra nel mondo del lavoro, magari continuando a studiare se vuole. L’università da noi è una cosa da pochi, il 10% dei giovani” .
Ogni bambino che nasce a Zurigo, ottiene un contributo di 150 euro al mese, cresce il ragazzo e cresce il contributo, finchè non arriva il primo stipendio. La disoccupazione è al 2,5%, l’immigrazione è permessa solo a chi possiede un lavoro e una casa, ma ogni anno vengono costruite abitazioni per i meno abbienti.
Un insieme di misure che uniscono rigore a principi di socialità , su cui andrebbe fatta una seria valutazione. Noi siamo il Paese dove gli stipendi sono meno di un terzo di quelli svizzeri, ma non è certo meno di un terzo il costo della vita. Paghiamo lo scotto di una inaffidabilità che ci trasciniamo da decenni, qualsiasi sia il colore del Governo e delle maggioranze. Da noi non si decide mai nulla in modo serio e radicale…c’e’ sempre la burocrazia, i ricorsi, le polemiche, la valutazione di merito, tre gradi di giudizio, i Tar, gli scioperi, le lobbies, gli interessi partitici, quelli sindacali e cosi via per anni e anni. E’ il sistema Italia nel suo complesso che va cambiato, non serve “tappullare”, serve abbattere e ricostruire il senso dello Stato e della Comunità nazionale.
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