IL TESORO DI PUTIN : IL SUO PATRIMONIO VALE TRA 150 E 200 MILIARDI, MA NON SI SA NÉ DOVE NÉ COME L’HA ACCUMULATA
LA FORTUNA DEL PRESIDENTE DERIVA DALLE TANGENTI CHE GLI PASSA LA CERCHIA RISTRETTA DI AMICI A CUI HA ASSEGNATO CONTRATTI GOVERNATIVI O PROPRIETÀ DI IMPRESE
Le sanzioni di Unione Europea e Stati Uniti minacciano anche le proprietà dichiarate da Vladimir Putin. Ma quanto è grande la sua fortuna? E in che modo, in qualità di funzionario pubblico, l’ha accumulata?
Capire il patrimonio netto di Putin è un enigma più difficile di quello relativo agli eredi, ad altri capi di Stato e persino di quello dei signori della droga. L’editore fondatore di Forbes Russia, Paul Klebnikov, ha rischiato la vita per questa causa, fucilato per le strade di Mosca nel 2004 per le indagini sui primi oligarchi della Russia.
Per capire a quanto ammonta la ricchezza che Biden e l’Ue minacciano di sanzionare per l’invasione russa in Ucraina, basandosi su fonti e competenze, abbiamo sviluppato alcune teorie.
Il modello Khodorkovsk
Il viaggio di Forbes è iniziato con una ricerca sui miliardari russi, iniziata nel 1997 e pubblicata nel 2002, con il focus sull’oligarca russo in ascesa di nome Mikhail Khodorkovsky.
La sua compagnia, la Yukos, rappresentava il 17% della produzione petrolifera russa. E la sua influenza era significativa al Cremlino. Il suo patrimonio valeva 3,7 miliardi di dollari ed era l’uomo più ricco della Russia. La fortuna di Khodorkovsky raddoppiò nel corso dell’anno successivo, complici i legami con Putin. Nell’ottobre 2003, invece, era finito in carcere, condannato per frode ed evasione fiscale (che ha negato).
Non c’erano dubbi sul fatto che ci fosse Putin dietro il suo arresto: il destino di Khodorkovsky fu una potente lezione per gli altri oligarchi russi. Eppure la domanda rimane: quanta della fortuna di Khodorkovsky Putin ha fatto sua?
Bill Browder, un finanziere americano esperto delle leggi Magnitsky che consentono ai governi di imporre sanzioni mirate ai trasgressori dei diritti umani congelando i loro beni, insiste sul fatto che Putin, dopo l’arresto di Khodorkovsky, abbia stretto un accordo con i principali oligarchi del Paese: «L’accordo era: “Dammi il 50% della tua ricchezza e ti lascerò tenere l’altro 50%”», afferma Browder.
«Se non lo fai, prenderà il 100% della tua ricchezza e ti getterà in prigione». Sulla base di questa matematica, Browder ha calcolato nel 2017 che il patrimonio di Putin valesse 200 miliardi di dollari.
Cifra che lo avrebbe reso la persona più ricca del mondo in quel momento. Il calcolo di Browder era semplice: sommava i patrimoni netti di tutti gli oligarchi russi e li divideva per due.
Il “modello Mafia”
Un altro scenario è che la fortuna di Putin derivi dal fatto di aiutare la sua cerchia ristretta di amici e familiari a diventare ricca, assegnando loro contratti governativi o proprietà di imprese.
In cambio, secondo questa teoria, riceverebbe tangenti in contanti o partecipazioni nelle società. In un certo senso, suona come una struttura mafiosa, per cui soldati e capi (in questo caso miliardari) sono in perenne debito con il capo (Putin).
Loro fanno il lavoro sporco, lui prende la sua percentuale. L’economista svedese Anders Aslund stima che ogni persona possegga tra 500 milioni e 2 miliardi di dollari e che il suo patrimonio netto sia compreso tra i 100 e 130 miliardi.
Tra gli amici di Putin che sono diventati estremamente ricchi c’è il suo ex sparring partner di judo, Arkady Rotenberg, che ha ricevuto più di 7 miliardi di dollari in vari contratti statali in vista delle Olimpiadi di Sochi.
Più recentemente, Rotenberg si è definito il proprietario di un enorme complesso di edifici sulla costa del Mar Nero, che il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny ha chiamato «Il palazzo di Putin».
Poi c’è Kirill Shamalov, l’ex genero di Putin. Il figlio dell’amico di lunga data di Putin avrebbe, secondo quanto riferito, sposato la figlia dello Zar in un matrimonio segreto – anche se le persone sono riluttanti a confermare questo fatto
Subito dopo, Shamalov ha acquistato una partecipazione del 17% in Sibur, dopo aver preso in prestito i fondi dalla Gazprombank, un’istituzione che secondo Aslund è responsabile di due terzi della ricchezza di Putin
Divenne miliardario all’età di 34 anni, tre anni dopo il matrimonio. Il matrimonio, tuttavia, è stato sciolto nel 2016 o nel 2017 e, secondo quanto riferito, Shamalov è stato privato della sua ricchezza e costretto a vendere le sue quote Sibur.
Uno degli amici più cari di Putin, un violoncellista di nome Sergei Roldugin, è stato citato nell’indagine dei Panama Papers del 2016 a causa dei suoi legami con una rete di società con flussi di cassa fino a 2 miliardi di dollari e un rapporto secondo cui risultava il proprietario di 100 milioni di dollari di asset.
Roldugin ha detto al The Guardian che i soldi provenivano da donazioni di ricchi uomini d’affari per acquistare strumenti musicali per studenti poveri. «Più diventi ricco, più diventi dipendente», dice Aslund. La ricchezza non ti dà la libertà, almeno in Russia.
La divulgazione finanziaria ufficiale di Putin, pubblicata ogni anno dal Cremlino, elenca il suo reddito del 2020 a circa 140mila dollari.
Gli unici beni che rivendica sono la proprietà di tre auto, una roulotte, un appartamento di 800 metri quadrati e un garage di 200 mq, più l’uso di un appartamento di 1.600 mq e due posti auto.
Nessuna menzione della sua considerevole collezione di orologi da polso di lusso, o del “Palazzo di Putin” che presumibilmente possiede, per non parlare del portafoglio di palazzi, yacht e aerei che usa in qualità di leader della Russia.
(da Forbes Wealth Team, pubblicato per “La Stampa”)
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