IL VENETO E’ INDIPENDENTE (DALLA LEGA): NEL FEUDO STORICO DEL CARROCCIO, GIORGIA MELONI DOPPIA MATTEO SALVINI
IL PARTITO DEL “TRUCE” CROLLA DAL 35,5% AL 14,4% DEI VOTI RISPETTO AL 2019 MENTRE FDI SCHIZZA DAL 6,8% AL 30,5% … LA REGIONE, PIENA DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE, NON HA DIGERITO IL DRAGHICIDIO
Fratelli d’Italia al 30,5 per cento (+23,7 rispetto alle europee 2019) e la Lega al 14,4 (-35,5).
Stando all’Osservatorio sul Nordest, curato dall’istituto Demos e Pi e pubblicato oggi sul Gazzettino, sarebbe questo lo scenario politico in Veneto alle prossime elezioni.
In questo senso, è emblematico pensare che il presidente di Regione più apprezzato d’Italia sia da 12 anni (cioè da quando è stato eletto) proprio il governatore veneto Luca Zaia, che fa parte della Lega (anche se nel fronte responsabile e draghiano insieme a Giorgetti).
È forse proprio a causa della caduta del governo Draghi, della quale Salvini si è reso protagonista, che gli industriali settentrionali hanno definitivamente voltato le spalle al leader leghista.
Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, aveva definito “irresponsabile” il “comportamento” della Lega
Abbiamo raccontato di come ormai i militanti locali paragonino Salvini a un transistor (“Trasferisce energia, consenso, a FdI, e brucia le ‘resistenze’, la nostra identità”), di come la Liga veneta sia sempre più insofferente contro la Lega romana (“Ci impongono uomini dall’alto a spese nostre. E il territorio?”) e di come la Meloni abbia soffiato alla Lega anche la battaglia per l’autonomia (tra “statalismo e federalismo”).
Secondo il sondaggio del Gazzettino, con Forza Italia all’8,7 per cento che completa la coalizione di Giorgia Meloni (30,5) e Matteo Salvini (14,4), il centrodestra si attesterebbe al 53,6 per cento.
Il fronte guidato da Enrico Letta sarebbe al 25,3 per cento, quasi la metà dello schieramento rivale.
Il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi supererebbe il Movimento 5 stelle, ottenendo rispettivamente il 7 e il 6,2 per cento
(da il Foglio)
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