INDAGINI SU UN CONTO CORRENTE DI BERSANI: PER L’EX SEGRETARIO SONO “CONTRIBUTI ELETTORALI”
ALIMENTATO CON DIVERSI VERSAMENTI PER COMPESSIVI 450.000 EURO: “TUTTI REGOLARMENTE REGISTRATI” REPLICA BERSANI
L’indagine, partita dalla Procura di Bologna, è ora a Roma. E riguarda un conto corrente intestato all’ex leader del Pd, Pierluigi Bersani, e alla sua segretaria, Zoia Veronesi.
Sul conto, incardinato presso l’agenzia del Banco di Napoli della Camera, sarebbero confluiti nell’arco di molti anni contributi privati.
La vicenda svelata da Il Fatto Quotidiano e stata confermata da alcune fonti di indagine anonime, citate dalle agenzia di stampa.
Non dal diretto interessato, che anzi smentisce recisamente: «Su alcuni organi di stampa si parla di conti segreti che mi riguarderebbero – dichiara Bersani – e si spargono interrogativi sulla regolarità di contributi di privati. Qui di segreto c’è solo l’origine di questa incredibile vicenda».
Si tratterebbe, secondo l’ex leader democratico, di contributi legali, regolarmente registrati in campagna elettorale: «Ripeto ancora una volta che i contributi di cui si parla sono quelli erogati a norma di legge e da anni regolarmente registrati dalla Corte d’Appello e dalla Camera dei Deputati. A questo punto, ho dato incarico a un legale di tutelare in ogni sede e contro chiunque la mia onorabilità », conclude Bersani.
I FINANZIATORI
Secondo il Fatto, la Procura di Roma dovrebbe delegare nei prossimi giorni alla Guardia di Finanza le indagini per verificare il rispetto delle leggi che disciplinano il finanziamento alla politica.
Il conto sarebbe emerso nell’ambito dell’indagine condotta dal pm Giuseppe Di Giorgio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Valter Giovannini, su una presunta truffa commessa da Veronesi, l’assistente di Bersani.
L’indagine si è conclusa nelle scorse settimane con due avvisi di fine indagine.
Oltre a Veronesi, rischia il rinvio a giudizio Bruno Solaroli, ex capo di gabinetto di Vasco Errani, già parlamentare e sindaco di Imola.
Gli investigatori s’imbatterono nel conto corrente quando chiesero alle banche gli estratti conti di Zoia Veronesi, alla quale viene contestato il ruolo avuto a Roma per decisione della Regione guidata da Vasco Errani come ‘raccordo con le istituzioni centrali e con il Parlamentò, mentre invece, per l’accusa, avrebbe lavorato per il Pd.
L’ammontare del raggiro sarebbe stato di 140.000 euro lordi. Il conto corrente è stato aperto nel 2000 ed è stato alimentato con più versamenti per una somma complessiva che si aggira sui 450 mila euro.
(da “il Corriere della Sera“)
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