INIZIA L’ESAUTORAMENTO DI ALFANO: VERDINI FIRMA LA CIRCOLARE PER ADERIRE AI REFERENDUM DEI RADICALI
FINORA ERANO SEMPRE STATE FIRMATE DA ALFANO… FORZA ITALIA NON PREVEDEVA UN SEGRETARIO, MA UN COORDINATORE: ED ERA VERDINI
Firmato Verdini. E’ sua la sigla in calce a una circolare destinata a tutti i parlamentari del Pdl. Già , scritta. E che, a breve, arriverà nelle caselle di posta elettronica di tutti gli eletti del Pdl alla Camera e al Senato. Firmato Verdini Denis, il falco per eccellenza.
Il teorico della rottura subito, alla prima occasione utile.
Quello che da giorni urla nei vertici di palazzo Grazioli che di “Napolitano non ci si può fidare”. E che considera un azzardo la linea dell’appeasemet: “Se va avanti così finirà che finisci in carcere e la grazia non ti arriva”.
E la circolare suona come un inizio di “mobilitazione”. Ai parlamentari si chiede di andare a firmare, e di far firmare, i referendum radicali sulla giustizia.
Un segnale, di fronte a un Parlamento che non affronterà mai la discussione sul tema. Firmato Verdini. E non Alfano. Ecco, non è un dettaglio.
Perchè finora tutte le circolari interne sono state firmate da Angelino, che oltre ad essere ministro dell’Interno e vicepremier è segretario del Pdl.
Significa, spiega chi conosce le dinamiche interne, che è “iniziato l’esautoramento di Alfano” in vista del rilancio di Forza Italia.
In attesa della rinascita di Forza Italia all’insegna della dinastia Berlusconi da Silvio a Marina, nel Pdl in dismissione è l’ora dei falchi.
E il segretario “senza quid” (come disse Berlusconi) rischia di scomparire con un paio di tratti di penna. Lo statuto di Forza Italia, infatti, non prevede la carica di segretario, ma di coordinatore. E l’ultimo coordinatore, prima del Pdl, guarda caso era proprio Verdini. Quello che oggi firma la circolare.
Non è un caso che, fiutata l’aria pesante, negli ultimi giorni proprio Angelino ha ricominciato a telefonare e a riavvicinarsi a quel pezzo di nomenklatura che ha tenuto fuori dal governo, ricevendo segnali di freddezza: “Deve decidere Berlusconi, noi stiamo con lui. Anche se fa la scelta che tu pensi sbagliata, lo seguiamo fino alla fine”.
È così che hanno tagliato corto di fronte alle sue preoccupazioni sul governo Raffaele Fitto e Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Saverio Romano, Renata Polverini, dirigenti che solo tre mesi fa non vedevano con ostilità le primarie con Alfano segretario.
Perchè, in questa fase, fare squadra col segretario viene visto da palazzo Grazioli come una sorta di preparazione del 25 luglio.
Non è piaciuta, nell’inner circle del Cavaliere, l’intervista al Corriere in cui Gaetano Quagliariello ha svelato che domenica era pronto un piano per far saltare il governo come fosse una scelta folle.
Così come non è piaciuta l’ostentazione dell’assenza dei ministri in piazza, a partire da Alfano, come se quella fosse una scelta saggia e chi stava a 40 gradi col Cavaliere in lacrime fosse un irresponsabile.
O le dichiarazioni di apertura a Casini e Montezemolo, dopo che hanno auspicato la necessità di un centrodestra senza Berlusconi, di quella nomenklatura che voleva fare le primarie, a partire dall’ex capogruppo Fabrizio Cicchitto.
Perchè c’è poco da ridere: stavolta senza Berlusconi significa con Berlusconi ai domiciliari. Già . Firmato Verdini.
(da “Huffington Post”)
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