INTERCETTAZIONI: IL GARANTE DELLA PRIVACY BOCCIA LE SANZIONI AI GIORNALISTI
CRITICHE DEL GARANTE SULLE SANZIONI PENALI CONTRO GIORNALISTI ED EDITORI CHE PUBBLICANO INFORMAZIONI ACQUISITE DAI GIUDICI… IL GARANTE RICONOSCE IL RUOLO DI INTERNET COME FORMA DI RESISTENZA DEMOCRATICA E RICORDA IL RECENTE CASO IRANIANO
Dall’informazione globale alla tutela del privato nel nostro Paese. Il Garante della privacy, Francesco Pizzetti, ha criticato il disegno di legge sulle intercettazioni approvato il mese scorso dalla Camera, parlando di “perplessità ” sulle sanzioni penali contro giornalisti ed editori che pubblicano informazioni acquisite e trattate dai giudici.
Pizzetti ha convenuto che “una nuova disciplina è opportuna, ma ha ribadito “perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico degli operatori dell’informazione”.
A suo parere “non tocca all’Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà di informazione garantita dalla Costituzione se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini. Non vi è motivo di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy che deve essere invece sempre valutata caso per caso”.
La federazione della stampa ha subito fatto notare che “quello del garante della privacy è un severo monito a evitare che, richiamando ragioni di riservatezza delle persone, si voglia limitare la libertà di informazione e di cronaca, come invece prevede pesantemente il decreto Alfano”.
A stretto giro ha risposto il presidente del Senato Schifani, sostenendo che “alcuni interventi come il diritto di una persona estranea al processo, sia esso personaggio pubblico o privato, a non vedersi sbattuta in prima pagina, hanno posto un argine, vietando la trascrizione di conversazioni riguardante fatti, circostanze e persone estranee alle indagini”.
Il Garante della privacy comunque ha voluto anche sottolineare l’importanza di internet come “forma di resistenza democratica: dai blog ai social network, l’informazione è sempre più il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale” .
Quanto sta avvenendo in Iran dimostra che su questi strumenti poggia una forma di resistenza democratica mai immaginata prima.
A riguardo delle intercettazioni ci limitiamo a poche osservazioni critiche.
Partiamo dal principio base di uno Stato di diritto: se nessuno è colpevole fino alla sentenza di terzo grado, altrettanto è giusto che nulla trapeli dei testi delle intercettazioni.
Il problema non sono le intercettazioni in sè, che devono continuare a essere fatte, ma che qualcuno le passi ai giornali.
Qua invece si colpisce l’ultima ruota del carro, ovvero l’informazione. Perchè non si prevedono allora 10 anni di galera senza condizionale a magistrati, cancellieri, avvocati, uscieri, origlianti vari che passano i testi alla stampa?
E’ come se si punisse il ricettatore e basta, non chi ha commesso la rapina. Comodo…
Seconda riflessione: su che imput si basa la legge? Porre un freno alle intercettazioni non certo del cittadino sfigato che tutt’al più parla di calcio al telefono o dell’artrosi della madre, ma di quelle che hanno visto protagonisti personaggi politici potenti.
Sapete che gliene fregherebbe al Parlamento di tutelate la privacy della signora Rossi che spiega alla figlia come fare la frittatina di zucchine. Se non ci fossero stati di mezzo i politici avrebbero potuto intercettarvi anche quando vi fate la doccia in bagno.
Quindi finiamola con le motivazioni ipocrite: qua non è in gioco la libertà di nessuno, ci si autotutela e basta.
Altra cosa poi quei magistrati che fanno fare migliaia di intercettazioni inutili e fanno saltare le casse dei tribunali, senza mai chiudere un’inchiesta con una condanna.
A chi ha questo vizio basterebbe far pagare il conto delle somme sputtanate.
Ultima considerazione: ha mai pensato il centrodestra che nella vita non esistono solo divieti, ma anche diritti?
Non siamo tra coloro che inneggiano alla libertà di fare qualsiasi cosa, anche a discapito di altri o della comunità nazionale, riteniamo giusto porre un freno al protagonismo esasperato, ma non vogliamo un’Italia del coprifuoco, delle galere e della violazione della libertà individuale.
E neanche amiamo le leggi pro-Casta. Con una legge come quella proposta, in Italia, di tanti scandali non avremmo mai saputo nulla, Parmalat fa testo.
Se uno non ha nulla da nascondere, non ha paura delle intercettazioni. O no?
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