INTERVISTA A ELODIE: “IL MIO CORPO UN INNO ALLA LIBERTÀ, NELL’ITALIA DI MELONI I DIRITTI SONO MINACCIATI”
LA CANTANTE È TRA I PROTAGONISTI DEL PROSSIMO CALENDARIO PIRELLI… ARRIVANO GLI ATTACCHI DA FDI: “LO FA PER VENDERE CALENDARI, ATTACCO RABBIOSO ALLA PREMIER”… PARLANO LORO CHE E’ UNA VITA CHE SEMINANO ODIO: ALMENO IMPARATE A NON ESSERE INVIDIOSI DOPO CHE AVETE PASSATO LA GIOVENTU’ A METTERVI IN TASCA I SEXY-CALENDARI PROFUMATI DEI BARBIERI
Proviamo tutti insieme a fare insieme questo test. Se sfogliando le foto di Elodie e le altre, sull’ultimo Calendario Pirelli, oltre al comprensibile stupore estetico avvertite anche un senso di disagio, paura, magari rabbia, allora ha ragione lei: «Molti sono terrorizzati dalla libertà altrui. O peggio, la invidiano».
E da qui parte una conversazione con la cantante streetwise del Quartaccio di Roma, che sarebbe più appropriato definire una frustata sulla nostra ipocrita società, in precipitoso tracollo verso la dissoluzione dei principi basilari della democrazia.
Perché ha accettato il Calendario?
«È costellato di grandissime firme della fotografia, donne di spettacolo e cinema. Perché non avrei dovuto?. Ethan James Green, il fotografo, lo ha intitolato Refresh and Renewal».
Vuole tornare alla tradizione sexy, in modo nuovo. Perché l’ha convinta?
«Il corpo è parte fondamentale del modo di raccontarci e riprenderci la libertà di essere sensuali, che non è lontana dall’essere capaci».
Lei è stata accusata di usare il corpo per raggiungere la fama…
«Sono stata accusata, mi accusano, mi accuseranno…».
Appunto. Non teme che il Calendario riaccenda le polemiche?
«Non mi preoccupa. Ci sono altri problemi, quelli veri. Mi piaccio e il corpo mi aiuta a raccontare qualcosa di me. Non penso che avere una sessualità sia peccato. Non sono cattolica, battezzata, voglio restare lontana da questo modo di pensare».
Ha detto che il corpo è il suo manifesto.
«Penso lo sia di ogni essere umano. Se ci spostiamo a destra, guardando l’Italia, le donne non sono libere neppure di girare come vogliono. Ciò ci fa capire quanto la femminilità sia ancora scabrosa. Essere donna è scabroso. Quindi c’è un controllo sul corpo, oggi più che mai. Mi accusano di sessualizzare e mi fa ridere: vorrei chiedere cosa significa. Il punto è proprio questo: più uno viene accusato per l’uso della propria libertà di espressione, più significa che conduce una lotta giusta».
Perché la donna fa così paura?
«L’uomo è ossessionato dalla donna, ne vorrebbe la proprietà. È il problema generale dell’uomo, anche coi confini. Nessuna terra è di proprietà, e certamente nessun essere umano. Quindi bisognerebbe rivederne il concetto. Cosa spaventa, cosa non basta all’uomo. Perché se senti il bisogno di possedere un altro, dentro ti manca qualcosa. È una malattia, andrebbe studiata”.
Questa possessività può essere all’origine dei femminicidi?
«Credo di sì, e ci riporta a ridefinire il concetto di proprietà. Un essere umano non può esserlo, neanche un figlio. La separazione esiste ma c’è un problema a monte. Per me questo terrore del distacco è incomprensibile. Perché poi della paura stiamo parlando, e la paura ci fa fare cose orrende».
Ethan è un gay dichiarato. Sul set ha denunciato i politici che creano paura contro la sua comunità, per provocare risposte violente e guadagnare consenso. È così?
«Credo sia colpa della libertà. Quando qualcuno sceglie di esistere come gli viene, suscita timore in chi fa la scelta opposta. Gli omofobi sono sempre i primi attratti dal mondo della libertà. Se sei omofobo, chiediti perché, altrimenti non avresti questo interesse. Invece prevale la rabbia, quando sei piccolo dentro».
Magari è il pendolo della storia.
«Tornerà indietro per forza, perché l’essere umano è libero. Puoi reprimere quanto vuoi, ma è la nostra natura».
Accade anche in Italia, con il governo Meloni?
«È evidente il problema dei diritti acquisiti, ma minacciati. Attaccando i gay, o l’aborto, si attacca la libertà. La cosa per cui soffro di più è che sia una donna a farlo. Come può non accorgersi di lavorare per gli interessi degli uomini? È un atteggiamento imperdonabile. Non si può toccare la libertà di scelta. Il nostro è un Paese democratico, dovremmo ricordarcelo sempre. Se poi vogliamo fare altro… Non ho simpatia per questo governo, perché per me la libertà è sinonimo di felicità».
Eppure Meloni ha consenso nel Paese.
«Perché c’è paura, quando non capisci il vero problema. Quando le persone vedono personaggi pubblici gridare, comprensibilmente sono d’accordo con loro. Lo so perché poi è il mio linguaggio, lo conosco bene. È confusione. È paura: farti sentire, perché sei terrorizzato. Ma se dall’altra parte vedi qualcuno che parla come te, pensi di essere compreso. Il problema nel mio quartiere è se arriva o no l’acqua.
Emergenze di tale quotidianità, che fanno sorridere. I guai dovrebbero essere altri, non la sopravvivenza. Nasciamo col diritto ad esistere, allo studio, alla sanità. Cose che si dicono, ma poi si rivelano bugie. Allora se in tv vedi uno che parla il tuo linguaggio, pensi che questo suo chiudere tutto ti protegga. Ci credi, perché ti mancano gli strumenti. È facile sedurre chi non ha strumenti».
Parlare alla pancia per approfittarsi della sofferenza?
«Certo. Perciò è doppiamente meschino. È facile. Cosa facciamo, torniamo al matrimonio a 18 anni, dieci figli? Torniamo al fascismo? Diamo soldi per ogni figlio, 400 euro al mese? Cosa vuoi che ti rispondano? La gente nel mio quartiere non arriva a fine mese, che discorso è? Il politico con proposte simili fa gli affari suoi, senza pensare che ci sono vite dall’altra parte. Quindi è meschino. E da una donna è meschino il doppio».
Lei si preoccupa del modello offerto alle ragazze che la guardano?
«Penso a mia mamma quando mi educava. Ero vanitosa, molto. Lei ci teneva tanto a farmi capire che ero parte di qualcosa. Mi ripeteva tutti i giorni che la bellezza è interiore. Sembra banale, però è la verità. Un corpo senza anima è niente. La bellezza è vibrazione. Io ho gusti molto differenti dal mio corpo. E quando siamo attratti dal diverso, riusciamo a capire che ci sono tante bellezze. Quindi, non mi preoccupo di come racconto la mia alle ragazze, perché mi piacerebbe che vedessero quello a cui sono attenta veramente. Mi piace il corpo, ci gioco, ma non è centrale rispetto a cosa sono. Spero di spiegare alle ragazze ciò che è davvero importante. Il corpo è una parte di te, ma non sei tu»
(da La Repubblica)
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