INTERVISTA A NANDO DALLA CHIESA: “QUEL GIORNO LA MAFIA NON UCCISE DA SOLA”
DOPO LE RIVELAZIONI DI TOTO’ RIINA, IL FIGLIO DEL GENERALE TORNA SULLA RICOSTRUZIONE DEL BOSS
“Questa storia mi puzza, mi puzza come escono queste rivelazioni, gli atteggiamenti, la ricostruzione di Riina”.
Nando dalla Chiesa risponde calmo, lucido, riflessivo, ha la voce e il tono di chi sa, di chi ha studiato le carte. E da una vita, anzi da 32 anni.
In particolare cosa non la convince?
La sua presenza nel commando che ha eseguito l’omicidio: il pentito Francesco Paolo Anzelmo non ha mai fatto il nome di Riina, mai. Eppure lo conosceva, e non aveva motivo per tacerlo.
Riina definisce suo padre come un nemico storico della mafia.
Ed eÌ€ vero, nel 1949 era a Corleone, poi dal 1966 al 1973 capo della caserma dei Carabinieri: i mafiosi saranno stati anche privi di istruzione, ma sapevano capire le persone molto prima delle istituzioni e dello Stato (silenzio). Mi viene alla mente l’ultima intervista rilasciata da mio padre e scritta da Bocca..
Quale passaggio in particolare?
Quando il giornalista gli ha chiesto: ‘PercheÌ eÌ€ stato ucciso il comunista Pio La Torre’, lui ha risposto ‘per quello che ha fatto durante tutta la sua vita’. Ecco, eÌ€ la stessa cosa accaduta poi a lui.
Cosa vorrebbe sapere da Riina?
I nomi di quelli che sono entrati in casa di mio padre subito dopo l’omicidio, in quel caso sono intervenuti pezzi delle istituzioni e dello Stato.
Sono scomparsi documenti importanti.
Eccome. Sa una cosa? Subito dopo la notizia dell’omicidio, mio zio eÌ€ corso a casa, ma gli eÌ€ stato impedito di entrare percheÌ sotto sequestro, solo uomini delle istituzioni e dello Stato potevano varcare quella soglia, e hanno ripulito
Riina si vanta di avergli sparato anche da morto.
E la dice lunga sul coraggio dei mafiosi, eÌ€ un perfetto ritratto da offrire ai ragazzi piuÌ€ giovani, per fargli capire di chi stiamo parlando. Ci ha consegnato una grande immagine di seÌ, un bel regalo per i posteri.
Quindi non crede a un suo intervento diretto nel gruppo di fuoco.
Non ho detto questo, ma che la veritaÌ€ giudiziaria eÌ€ un’altra. Comunque Vito Ciancimino definiva Riina come ‘un uomo dal cervello a forma di pistola’.
Intanto continuano a uscire notizie sul boss
E ribadisco, non mi piace, io vorrei capire come un uomo del genere abbia potuto tenere in mano un pezzo di politica e di economia.
Ha citato sua sorella Rita.
Ed eÌ€ molto interessante, salta anche quella retorica mafiosa a buon mercato secondo la quale i figli non debbano pagare per i genitori, ma basta. E poi penso a fiction come il Capo dei Capi, dove esce un uomo anti-Stato, tenace nel tenere testa alle istituzioni, osannato e protetto dai suoi uomini. La realtaÌ€ eÌ€ un’altra, e mi pare chiaro.
Alessandro Ferrucci
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