INTERVISTA ALL’ECONOMISTA GROS: “I 50 MILIARDI DEL FONDO SONO UN SOGNO, NON ESISTONO”
LA GRECIA NON POSSIEDE BENI DA DARE IN GARANZIA PER UN TALE VALORE
“Quei 50 miliardi del fondo sono un sogno, prima ancora che un traguardo”.
Daniel Gros, presidente del Ceps, uno dei Think tank più autorevoli di Bruxelles, smonta così uno dei punti più importanti del sofferto documento congiunto approvato dall’Eurosummit.
Una sorta di maxi-cauzione chiesta dal Germania a garanzia del nuovo massiccio piano di finanziamenti che però esiste soltanto sulla carta.
“Non penso – aggiunge — che sarà mai possibile arrivare a questa cifra”.
Ci faccia capire, cosa non funziona nell’istituzione di questo fondo?
“Tanto per cominciare serve a poco. I 50 miliardi sono un sogno più che un traguardo. Si parlava della stessa cifra 5 anni fa e nel frattempo dalle privatizzazioni sono stati raccolti pochi miliardi. Secondo, dal punto di vista strettamente economico, non ha senso per il governo greco vendere attività che hanno un rendimento decente, che è più alto del costo del proprio debito”.
Cioè quello che dovrebbe vendere rende di più degli interessi sul debito che si spera di ridurre dalle cessioni di asset
“Esatto. Privatizzare serve per ottenere liquidità immediata, ma non è questo l’obiettivo di fondo”.
Ci aiuti a capirne la natura. È una sorta di fondo di garanzia sul nuovo prestito dell’Esm o un semplice veicolo per raccogliere i proventi delle privatizzazioni?
“Nell’accezione della proposta iniziale di Schaeuble era più simile al primo. Nel testo finale dell’Eurosummit somiglia più al secondo”.
Se i 50 miliardi sono “un sogno”, e non si tratta di un vero fondo di garanzia, perchè inserire questa clausola nell’accordo?
“Si tratta comunque di un modo per assicurare i tedeschi che esiste una forma di garanzia e di impegno di beni greci ai nuovi finanziamenti che verranno concessi dall’Europa”.
Nel testo finale della proposta si spiega che i primi 25 miliardi raccolti saranno destinati alla ricapitalizzazione delle banche. Crede sia una proposta valida per dare ossigeno agli istituti di Atene?
“In linea di principio è un’idea giusta, ma in pratica è totalmente sbagliata”.
Perchè?
“Perchè per le banche serve una ricapitalizzazione immediata, entro due settimane. Con questo schema magari fra 5 anni ci saranno anche 5 miliardi, ma potrebbe essere troppo tardi per gli istituti”
Allora chi può iniettare liquidità fresca nelle banche in tempi così stretti?
“Lo abbiamo scritto oggi in un nuovo articolo. Con una gestione oculata, potrebbe essere l’Esm (Il fondo salva Stati ndr ).
Ma l’Esm ha tempi decisionali molto lunghi. Non può sbloccare sbloccare finanziamenti in due settimane
“Se c’è la decisione politica, i tempi tecnici nono sono più un problema”
Provando a prendere “sul serio” la proposta del fondo. 50 miliardi per la Grecia sono una cifra enorme. In rapporto al Pil è come se chiedessero 400 miliardi all’Italia. Che cosa può realmente vendere la Grecia per trovare questa somma?
“Gli asset in teoria, e solo in teoria, sono tantissimi. Ma i problemi sono altri. Faccio un esempio, si è parlato alcuni anni fa della cessione del terreno dell’aeroporto di Atene. Potrebbe avere un valore, ma alla fine non se n’è mai fatto nulla per il blocco dei vari governo Ci sono molto beni immobiliari, ma molti di questi sono difficili da vendere”.
(da “Huffingtonpost“)
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