“IO, BISNONNO, VI RACCONTO COME IL VOLONTARIATO MANTIENE GIOVANE”
LA STORIA DELL’82ENNE PASTICCERE ERNESTO, VOLONTARIO DEL BANCO ALIMENTARE, CHE OGNI MATTINA AI MERCATI GENERALI DI TORINO RACCOGLIE 9.000 CHILI DI FRUTTA E VERDURA PER I POVERI
«Cosa vuole che le dica: fare del bene ti fa sentire bene. Tutto qui. E poi io sono un ottimista».
Ernesto Mascarotto, 82 anni, sposato da 56 anni, due figlie, neo bisnonno da appena quattro giorni, fa il volontario da una decina d’anni al Banco Alimentare.
Arriva puntualissimo in mattinata al Salone del Libro per partecipare all’iniziativa “Non di solo pane vive l’uomo” (la raccolta di libri da donare ai più poveri).
«Che grande idea», dice mentre stretto nel suo inappuntabile completo in giacca e cravatta elargisce sorrisi, energia e una stretta di mano da fare invidia a un pugile.
«E dire — sorride — che con queste manone faccio solo cose dolci. La mia specialità ? Le bignole, non c’è dubbio».
Sì, perchè Ernesto è un pasticcere dall’età di 13 anni, quando è arrivato da solo a Torino, “emigrando” dalle campagne astigiane. Per quarant’anni ha avuto una pasticceria nel quartiere torinese di Mirafiori, ma anche da pensionato non riesce a stare fermo.
«Credo di essere stato il primo al mondo a tenere a Mosca un corso di pasticceria piemontese per i colleghi russi». Recentemente si è cimentato con alcune torte per i bambini di alcune madri-detenute. Circa dieci anni fa ha cominciato a mettere stabilmente le mani in pasta nel mondo della carità partecipando ad una Colletta nazionale organizzata dal Banco Alimentare.
«Mi aveva invitato un amico — ricorda — da allora mi sono coinvolto sempre di più e sono sempre più contento».
Ogni mattina, dalle otto a mezzogiorno, Ernesto, insieme a qualche altro amico volontario, fa il suo giro ai mercati generali di Grugliasco (il CAAT), dove i mercatari acquistano frutta e verdure dai grossisiti.
Loro, i grossisti, ormai lo conoscono molto bene.
«Nel tempo — racconta — si è creato un rapporto di fiducia. Hanno capito che quello che ci regalano arriva sul serio a chi ne ha davvero bisogno. Qualcuno, se non ci vede, ce li tiene da parte. Ogni volta mi stupisco per la loro folle generosità . Sono persone eccezionali».
I prodotti raccolti ogni giorno, in media 9mila chili, vengono sistemati in uno spazio apposito all’interno della struttura, dove giungono quotidianamente 12/13 camion delle associazioni caritative a prelevarlo per distribuirlo il più in fretta possibile.
«Così evitiamo lo spreco e il cibo arriva fresco alle persone in difficoltà ». Il momento più bello? «Una volta – ricorda Mascarrotto – , eravamo in periodo natalizio, un grossista che non avevo mai visto si è avvicinato e ci ha regalato mille chili di uva cilena Bianca. Bellissima e buonissima».
Mai pensato di lasciar perdere? «E perchè? Quando facciamo fatica a raccogliere il cibo dico: “Signore, sono qui per te. Decidi tu”. Qualcosa capita sempre e poi sono un ottimista per natura. Vedo con i miei occhi che fare del bene mi fa sentire bene e, chissà , forse è proprio questa cosa che mi mantiene giovane. La consiglio a tutti».
C’è qualcosa che brilla nello sguardo di Ernesto.
«Vede — dice abbassando la voce — quando tredicenne sono arrivato a Torino ero da solo e nei primi giorni dormivo nel cantiere di una casa in costruzione. Una mattina d’inverno, era molto presto e camminavo sul marciapiede. Nevicava. Improvvisamente, in un buco nella neve, ho trovato una banconota da 5mila lire. Ho guardato se nei paraggi ci fosse qualcuno, ma ero completamento solo. Quei soldini sono stati provvidenziali, mi hanno aiutato tanto. Chissà , forse il volontariato è anche un modo per ringraziare e per restituire quell’antico e prezioso dono».
Mauro Pianta
(da “la Stampa”)
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