ISOLATA, FISCHIATA, CRITICATA: IL DECLINO DI MARINE LE PEN
LA STRATEGIA POLITICA DELLA LEADER DI RN NON CONVINCE IL SUO ELETTORATO… IL NUOVO ASTRO DELLA POLITICA FRANCESE E’ IL PRIMO MINISTRO DI MACRON, EDOUARD PHILIPPE
Marine Le Pen comincia a perdere la presa. La leader del Rassemblement National è in difficoltà e sempre più isolata in un contesto politico segnato da una profonda incertezza, con il presidente Emmanuel Macron che cerca di ricucire uno strappo con un elettorato diffidente nei confronti della sua classe politica.
I fischi raccolti da Le Pen mercoledì sera durante le commemorazioni dell’Appello del 18 giugno del generale Charles de Gaulle sull’isola di Sein, in Bretagna, sono risuonati come il preludio a un requiem che dovrebbe intonare la sera del 28 giugno con il secondo turno delle elezioni municipali, dove il Rassemblement National si prepara a una sonora disfatta. In questi ultimi mesi, mentre il paese si trovava nel mezzo di una crisi sanitaria senza precedenti, la rappresentante dell’estrema destra francese non è riuscita ad incarnare un’opposizione convincente rimanendo all’angolo.
Le Pen ha provato più volte a reinventare il suo partito, arrivando addirittura ad imporgli una maldestra svolta “gollista” in questo periodo di commemorazioni del generale francese, mai amato dal vecchio Front National del padre Jean-Marie a causa della ferita aperta nel 1962 con l’indipendenza algerina e mai rimarginata.
Una strategia che per il momento sembra essergli costata solo critiche, soprattutto dal suo campo. La più dura è arrivata da Robert Mènard, il sindaco “sceriffo” di Beziers, eletto da indipendente nel 2014 con il sostegno dell’allora Front National.
Le Pen “non sarà capo dello Stato”, ha profetizzato ieri il primo cittadino ai microfoni di “Bfm tv”. Una posizione “realista”, secondo Mènard, che ha comunque definito la sua ormai ex alleata come “coraggiosa” e “realista”, qualità valide ma insufficienti per arrivare all’Eliseo.
Attacchi anche da Nadine Morano, eurodeputata dell’area più radicale dei Repubblicani, secondo la quale “Le Pen non ha alcuna chance di essere eletta presidente della Repubblica” nel 2022.
Eppure, in un sondaggio pubblicato dall’istituto Elabe il sette maggio scorso, a quattro giorni dall’inizio dell’uscita dalla quarantena, Le Pen risultava essere l’unico leader politico insieme a Jean-Luc Mèlenchon della France Insoumise a risalire nei sondaggi, arrivando al 26%, 3 punti in più in un mese.
Un dato comunque basso, così come quello di Macron, che in quel momento era al 34%, due punti in meno.
Ma la presidente del Rassemblement National cerca comunque di guardare verso le prossime elezioni del 2022, nella speranza che la nipote Marion Marechal non decida di scendere nuovamente in campo. Dopo aver abbandonato la politica al termine del mandato da deputata, la trentenne Le Pen si è dedicata interamente alla sua scuola di Scienze politiche a Lione, continuando però a mantenere stretti i rapporti con alcuni ambienti della destra radicale e conservatrice.
Un suo eventuale ritorno prima del 2022 sarebbe fatale per la zia, che spera di ricompattare il suo schieramento nei prossimi mesi, quando gli effetti della crisi del coronavirus cominceranno a farsi sentire sull’economia nazionale.
Intanto, il primo ministro Edouard Philippe continua dritto sulla sua strada macinando consensi. Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal centro studi Bva, il capo del governo nell’ultimo mese avrebbe guadagnato 13 punti nell’opinione pubblica portando il suo indice di gradimento al 54%. Il premier sorpassa così il suo presidente, rimasto dietro al 38 per cento, con un solo punto in più negli ultimi 30 giorni.
Ma la popolarità di Philippe mette in difficoltà Macron, che si prepara ad affrontare l’ultima fase del suo mandato con un rimpasto di governo. Secondo l’emittente Bfm Tv, l’annuncio dovrebbe arrivare tra il 28 giugno e il 14 luglio.
L’inquilino dell’Eliseo vuole lasciarsi alle spalle i gilet gialli, le proteste contro la riforma delle pensioni (per il momento bloccata) e la crisi del coronavirus per ripartire verso le prossime elezioni con una linea incentrata sull’ambiente e il rilancio economico.
(da “Huffingtonpost”)
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