LA “BESTIA” LEGHISTA ADESSO E’ UN AGNELLINO
NIENTE PIU’ ACCUSE SUI MIGRANTI O INSULTI AI BUROCRATI UE… MA I FAN NON APPREZZANO IL NUOVO CORSO: CLIC DIMEZZATI RISPETTO A GENNAIO
La mattina dell’8 febbraio, mentre la Lega si apprestava ad entrare nel governo Draghi, la nave Ocean Viking della ong Sos Mèditerranèe aveva appena salvato 422 migranti al largo della Libia e stava per sbarcare nel porto di Augusta in Sicilia. Ma Matteo Salvini pensava a tutt’altro: una foto della sua camera da bambino, un selfie con Guido Bertolaso e un post sugli italiani che chiedono “salute e lavoro” e non “capricci sulle poltrone”.
I video amatoriali degli sbarchi di migranti infreddoliti al porto di Lampedusa erano tutto a un tratto spariti.
Le accuse al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di aver “quadruplicato gli sbarchi” commettendo il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” non c’erano più. Per non parlare dei video dalle piazze di spaccio di Milano contro “la droga di Stato”, gli attacchi all’Europa “dei burocrati”, ai magistrati che indagano lui e non “i mafiosi scafisti” o contro Giuseppe Conte che “si è preso i pieni poteri in silenzio per annegare l’Italia nella palude a colpi di dpcm”.
Sui profili social di Matteo Salvini le parole “immigrazione”, “sicurezza”, “droga”, “Europa” sono solo un lontano ricordo. Da quando la Lega è entrata nel governo di Mario Draghi, la “Bestia” che per anni si è nutrita della retorica anti-immigrati, tutta legge e ordine e contro l’èlite di Bruxelles, è diventata un agnellino: i profili social di Salvini e dei suoi fedelissimi sono stati ripuliti.
Niente più video di migranti sui barconi, niente post anti-euro contro i “tecnocrati” di Bruxelles e tantomeno manifestazioni in piazza con i ristoratori per aprire “anche a cena”: adesso Salvini e i leghisti parlano solo di vaccini, tasse, lavoro, elogiando l’operato “dei ministri della Lega” e “del governo Draghi”.
E se il premier decide di fare tutto da solo anche in contrasto con le idee della Lega, non importa: invece di parlare di politica, Salvini dà in pasto ai suoi follower la maglia di Zlatan Ibrahimovic, i commenti sulle partite del suo Milan e l’elogio dell’esibizione di Orietta Berti a Sanremo.
Il voltafaccia della “Bestia” leghista di Luca Morisi, social media manager di Salvini, ha riguardato soprattutto due temi. La guerra ai migranti e le politiche sanitarie per combattere la pandemia. Da quando, nel settembre 2019, Salvini ha dovuto lasciare il Viminale al prefetto Luciana Lamorgese, il suo obiettivo è stato quello di dimostrare che con i giallorosa al governo era tornata l’epoca degli “scafisti”, dei “trafficanti di esseri umani” e dei “porti aperti”.
Così quest’estate attaccava il ministro dell’Interno per aver aiutato “il traffico di esseri umani”, il 10 ottobre su Facebook parlava di “decine di nuovi sbarcati a Lampedusa nel silenzio generale” mentre il 19 novembre l’attuale sottosegretario all’Interno Molteni era chiaro: “Mentre gli italiani sono chiusi in casa, i clandestini sono a spasso”.
Oggi quella furia anti-immigrati è sparita.
Al governo non c’è più Conte — anche se Lamorgese è stata riconfermata in quota Quirinale — ma Mario Draghi (sostenuto dalla Lega) e Salvini al massimo chiede a bassa voce di “applicare le norme europee” o commenta le ultime inchieste sulle ong.
Un silenzio che pesa ancora di più alla luce dei dati sugli sbarchi: secondo il ministero dell’Interno, da inizio anno sulle coste italiane sono arrivati 5.996 migranti contro i 2.610 dello stesso periodo del 2020 (di cui oltre mille solo a marzo). Più del doppio, ma ora la “Bestia” tace perchè al governo c’è proprio la Lega.
Covid. Adesso a Salvini va bene anche il lockdown.
Voltafaccia simile sulla retorica “aperturista” sul covid-19. “La libertà non si arresta per decreto” scriveva Salvini su Twitter il 7 luglio scorso prima di presentarsi in Senato a un convegno negazionista senza mascherina (“Non ce l’ho e non la metto”). Poi, in autunno, è arrivata la seconda ondata, ma il leader della Lega proprio non voleva accettarlo. Il 4 novembre protestava su Facebook contro il nuovo dpcm: “Chiudono in casa milioni di Italiani, in diretta tivù, senza preavviso, sulla base di dati vecchi di 10 giorni, senza garantire rimborsi adeguati” diceva annunciando un ricorso al Tar dei governatori e sindaci della Lega. Un mese dopo, nuovo Dpcm del governo Conte per le chiusure natalizie: “Natale su Skype e regali su internet? Non scherziamo!” (18 novembre), “Negare il Natale alle famiglie e ai bambini è una follia” (3 dicembre), “Mi autodenuncio, violerò il dpcm il giorno di Natale” (18 dicembre) scriveva prima di manifestare con i ristoratori di #Ioapro a inizio anno. Per non parlare degli attacchi sui ristori bloccati dalla crisi di governo: sono “una presa in giro” (18 gennaio) e “da approvare subito” (23 febbraio).
Peccato che sulle norme anti-covid Draghi — e il ministro Speranza — si siano mossi in perfetta continuità con il governo precedente: chiudere dove necessario e poi un semi lockdown fino a Pasqua. Del decreto Ristori nessuna notizia.
Quattro giorni fa il leader della Lega si limitava a definire “punitivo” un nuovo lockdown, poi più niente: adesso ha ingoiato anche la serrata totale.
Social. Il crollo delle interazioni.
Il cambio di strategia comunicativa di Salvini e l’abbandono di temi che avevano fatto la sua fortuna sui social però hanno influito sulla “Bestia” che ora non morde più. E perde consensi.
Nell’ultimo mese sulla pagina Facebook del leghista le interazioni si sono dimezzate: da una media di 10 milioni settimanali si è passati a poco più di 5 con il numero di interazioni per post sceso intorno a 95mila. Un crollo evidente se pensiamo che la sua competitor nel centrodestra, Giorgia Meloni, ha una media di 115mila interazioni per post con meno della metà dei follower di Salvini (1,8 milioni contro i 4,5 milioni del leader leghista).
Secondo i dati della piattaforma FanPage Karma, che fornisce gli insight (i dati interni) delle pagine, Salvini nell’ultimo mese ha una percentuale di engagement inferiore a quella di Meloni (5,9% contro 9,5%) ma a preoccupare di più il leader della Lega dovrebbe essere l’indice della performance della sua pagina che somma “mi piace”, commenti e crescita dei seguaci in rapporto al numero di fan: tra i leader politici, Salvini è solo quarto con il 33%, dietro a Meloni (69%), Giuseppe Conte (64%) e Nicola Zingaretti (52%).
Inoltre anche la crescita dei follower sta diminuendo e la sua leadership è messa in serio pericolo da Conte che ha 3,7 milioni di fan contro i 4,5 di Salvini: da inizio anno l’ex premier ne ha guadagnato un milione contro i 600 mila del leghista.
Salvini ha un solo record, quello del numero di commenti, condivisioni e “reazioni” sulla sua pagina: nell’ultimo mese ne ha avuti 7,4 milioni contro i 4,7 di Meloni e i 3,4 di Conte. Peccato che buona parte di essi siano molto critici nei suoi confronti.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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