LA BUFALA GRILLINA DELLA MULTA DA 200.000 EURO PER AVER RIFIUTATO I FINAZIAMENTI PUBBLICI
LA VERITA’: IL M5S RISCHIA UNA MULTA PERCHE’ E’ L’UNICO PARTITO A NON AVER PRESENTATO UN BILANCIO CERTIFICATO IN BASE ALLA NORMA SULLA TRASPARENZA
Si sa che quando si parla di finanziamenti pubblici ai partiti gli animi si scaldano in fretta. E infatti da ieri gira una notizia che, se fosse vera, farebbe infuriare chiunque: il Partito Democratico vorrebbe far multare il Movimento 5 Stelle per aver rifiutato i rimborsi elettorali.
A denunciare la truffa è il deputato Danilo Toninelli, che su Facebook lancia l’allarme con preghiera di «massima diffusione».
Tutto ruoterebbe, secondo Toninelli, attorno a un emendamento al Milleproroghe presentato da Ernesto Carbone e Sergio Boccadutri.
Secondo il riassunto fatto da Toninelli su Facebook, l’emendamento direbbe che «chi non si iscrive al Registro dei partiti per avere i finanziamenti pubblici, subisce una multa di 200.000 euro».
Recuperando il testo dell’emendamento, però, si scopre che non è esattamente così. Recita il testo: Al comma 4 dell’articolo 9 della legge 6 luglio 2012, n. 96, aggiungere in fine il seguente periodo: «Ai partiti e ai movimenti politici che non ottemperano all’obbligo di trasmissione degli atti di cui al secondo e al terzo periodo del presente comma, nei termini ivi previsti, o in quelli eventualmente prorogati da norme di legge, la Commissione applica la sanzione amministrativa di euro 200.000».
E cosa dice l’articolo 9 comma 4 della legge 69/2012?
Afferma che i partiti sono tenuti a presentare, entro una data prestabilita, i documenti relativi alla loro rendicontazione, tra cui «la relazione contenente il giudizio espresso sul rendiconto dalla società di revisione».
Obbligo inserito non per ottenere i rimborsi elettorali (non solo, almeno, visto che è una delle condizioni necessarie per accedere ai finanziamenti pubblici) ma per «garantire la trasparenza e la correttezza nella propria gestione contabile e finanziaria».
Se, infatti, come sostiene Toninelli, si volesse punire la scelta del Movimento 5 Stelle di non usufruire dei rimborsi elettorali, si dovrebbe prima intervenire sull’articolo 3 della stessa legge, che al comma 1 specifica cosa debbano fare i partiti e movimenti «che intendono usufruire dei rimborsi per le spese elettorali e dei contributi a titolo di cofinanziamento».
Il punto, quindi, è semplice: il Movimento 5 stelle non è obbligato a chiedere i rimborsi elettorali e non rischia una multa perchè non vuole usufruirne (scelta legittima e, per certi punti di vista, anche lodevole) ma perchè non presenta un bilancio consolidato.
Ed è l’unico a non farlo in Parlamento.
Toninelli, intanto, ha già annunciato di voler presentare degli ulteriori emendamenti per escludere dalla sanzione chi «non si è iscritto al registro dei partiti, cioè quello tramite il quale si ha accesso ai finanziamenti».
Un’inesattezza che è alla base di tutta la vicenda: l’iscrizione al registro è una condizione necessaria per ottenere i rimborso, ma questo deve essere comunque richiesto espressamente ai Presidenti della Camera e del Senato.
Francesco Zaffarano
(da “La Stampa”)
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