LA CAMPAGNA ACQUISTI DI SALVINI TRA I TROMBATI DI FORZA ITALIA ORA POTREBBE FAR SALTARE ANCHE L’ALLEANZA DI CENTRODESTRA
VERTICI FORZISTI INFEROCITI PER LA SCORRETTEZZA DEL LEGHISTA
“Salvini vuole mostrare i muscoli perché è in difficoltà. Ma non può farlo mica a nostro danno…”. A fatica, nella ristretta corte di Silvio Berlusconi, si trattiene l’ira per la campagna acquisti avviata dal leader della Lega a dieci giorni dalle amministrative.
C’è un silenzio forzato, dentro Forza Italia, che accompagna una mossa che fa deflagrare il centrodestra, che ne pone in risalto le distanze interne, che manda in archivio i progetti di federazione e mette in dubbio persino la tradizionale kermesse dei tre capi-partito a chiusura della campagna elettorale: l’evento non è ancora stato programmato e nessuno sa più dove e soprattutto se si farà.
Attorno alla vicenda apparentemente minima del passaggio alla Lega di tre esponenti forzisti lombardi, i consiglieri regionali Alessandro Fermi e Mauro Piazza e l’ex presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava, si consuma uno psicodramma nella coalizione.
I vertici azzurri restano sorpresi dalla tempistica dell’operazione di Salvini e non comprendono l’atteggiamento “predatorio” nei confronti di un alleato con cui, fino a qualche settimana fa, addirittura si ipotizzavano liste comuni alle prossime Politiche. Il tutto, peraltro, per acquisire un valore aggiunto molto limitato alle Comunali di Milano, visto che i neo-leghisti vengono da altre zone della Lombardia. Forza Italia riconduce l’”aggressione” alla volontà del senatore milanese di uscire mediaticamente da un’impasse determinata da spaccature e defezioni nel suo partito, ultima quella dell’eurodeputata Francesca Donato, parlamentare numero cinque a lasciare il gruppo di Bruxelles nel giro di un solo anno.
Salvini, a Milano, tiene a dimostrare che la sua Lega è ancora attrattiva. E, nel salutare i nuovi arrivi, dice che “nei prossimi giorni entreranno in Lega alcuni parlamentari di diverse parti, non solo di centrodestra”.
Circolano alcuni nomi, quello del deputato friulano di Fdi Walter Rizzetto (che smentisce categoricamente) e quello del siciliano di Iv Francesco Scoma, anche lui un ex di Forza Italia, che invece è realmente in marcia verso il bastimento del Capitano. Poi nega, ancora una volta, qualsiasi spaccatura con l’ala governista
Ma è un fuoco di sbarramento che non copre i comportamenti in aula, che non nasconde dalla visuale quella metà (o quasi) dei deputati assenti al momento di votare la conversione in legge del decreto del governo sul Green Pass.
In questo scenario, certo è che il centrodestra procede in ordine sparso in Parlamento, con comportamenti differenti sia sulle misure anti-Covid che sulla riforma della giustizia, e nel giorno del big bang finisce per litigare pure sull’Europa.
Salvini decide di rilanciare il progetto di un gruppo unico di Destra al parlamento europeo
Di lì a poco il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani gelerà il capo del Carroccio: “Credo sia giusto collaborare ma mi sembra impossibile che nasca un gruppo unico di destra”.
Si litiga su tutto, mentre corre il count-down verso il voto. Un esperto frequentatore delle aule parlamentari come Giafranco Rotondi ci ride su : “Matteo Salvini domanda la federazione a Berlusconi e poi scippa alcuni consiglieri regionali a Forza Italia a Milano. Donat Cattin avrebbe fatto saltare l’alleanza”.
Il segretario leghista però dà la colpa del mancato abbraccio a Forza Italia: “Non impongo cose controvoglia”, afferma con riferimento alle resistenze delle ministre Gelmini e Carfagna. Determinando infine un’irritazione montante anche dalla parte più dialogante di Forza Italia.
Il giorno dell’orgoglio salviniano si spegne in un tramonto caotico per il centodestra.
(da agenzie)
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