LA CONSACRAZIONE DI LUPI, STAMPELLA ANTI-TAJANI DELLA MELONI: GRANDE SFILATA DI MINISTRI E BIG ALL’ASSEMBLEA DI “NOI MODERATI”, IL PARTITINO DI MAURIZIO LUPI CHE LA DUCETTA CERCA DI RAFFORZARE PER ISOLARE FORZA ITALIA
LA FORMAZIONE, CHE STA INGLOBANDO TUTTE LE MICRO-FORMAZIONI DI CENTRO, ANNUNCIA L’INGRESSO DEL PPE – LO SMACCO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, CHE DOPO AVER AGEVOLATO L’INGRESSO NEI POPOLARI TEME CHE L’EX MINISTRO CIELLINO GLI SFILI QUALCHE POLTRONA AL GOVERNO
“Caro Maurizio, cari amici di Noi Moderati, mi dispiace moltissimo non essere riuscita a essere lì con voi e a partecipare in presenza ai lavori della vostra Assemblea Nazionale Programmatica, ma non potevo comunque non farvi arrivare il mio saluto e il mio contributo per questa Assemblea perché Noi Moderati è un pezzo fondamentale della maggioranza di centrodestra. Io voglio davvero ringraziare tutti voi del lavoro che avete svolto fin qui, del lavoro che svolgete ogni giorno per sostenere l’azione di governo e per rispettare punto per punto gli impegni che ci siamo presi con gli italiani”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio all’assemblea nazionale di Noi Moderati in corso a Roma.
“Saluto con grande soddisfazione l’ingresso di Noi moderati nel Partito popolare europeo, se fosse vero quello che scrivono alcuni giornali non ci saremmo battuti noi di Forza Italia per il vostro ingresso nella grande famiglia popolare che rappresenta l’asse portante della democrazia nel nostro continente”. Lo ha detto il vicepremier e leader di Fi Antonio Tajani dal palco dell’assemblea nazionale di Noi Moderati.
Un «nuovo inizio» per non essere un cespuglio. Quando nell’albergo alle porte di Roma risuona la voce di Manfred Weber la gelosia di Forza Italia diventa difficile da trattenere.
Il leader dei Popolari europei, portato solitamente in giro per l’Italia come un trofeo da Antonio Tajani, stavolta non concentra i suoi sforzi retorici per Forza Italia. Noi Moderati, infatti, la formazione di Maurizio Lupi, a gennaio entrerà ufficialmente nel Ppe, consolidandosi sempre di più all’interno della maggioranza. «Io e te Maurizio lavoreremo per costruire un’Europa più forte», ha scandito il politico tedesco.
Se Weber è la superficie, Giorgia Meloni è la sostanza: la quarta gamba della coalizione di centrodestra non ci sta più a essere un mero orpello e alla premier, in fondo, questo può giovare in un momento in cui i rapporti di forza vengono messi in discussione.
Ieri è andata in scena la prima giornata dell’assemblea nazionale con la quale Lupi vuole lanciare un restyling. C’è un nuovo simbolo, un ponte tricolore, l’annuncio dell’ingresso nel Partito popolare europeo e una campagna acquisti con dei volti noti da presentare.
Oggi, in ordine sparso, i leader della coalizione renderanno omaggio al più piccolo dei partiti del centrodestra che conclude la sua assemblea nazionale. Meloni manderà un video, Antonio Tajani farà un discorso dal palco, mentre Matteo Salvini deciderà all’ultimo in base ai problemi di salute, non gravi, del figlio, se presenziare al congresso o se collegarsi da Milano.
Dietro ai riti da prima repubblica, c’è una situazione in evoluzione. Le mosse del partito di Lupi vengono guardate con sospetto da Forza Italia e con crescente interesse da Fratelli d’Italia. Le cose, ovviamente, si legano: dare centralità a Noi Moderati, come sta facendo Meloni, è una maniera indiretta per ridurre lo spazio di manovra dei post berlusconiani, specie quando i rapporti si fanno più tesi.
Lupi è sempre più presente a Palazzo Chigi, la rete di relazioni dell’ex ministro è notoriamente ampia, la premier ne ascolta volentieri i consigli e cerca di includerlo sempre nei vertici dei leader. Cosa otterrà ? «Per ora poco, ma dovremmo trovare spazio per loro nelle nostre liste…», prevede, con un certo fastidio, un colonnello meloniano.
Ufficialmente i centristi non chiedono posti, ma in privato si fa notare come non sia ancora stato sostituito Vittorio Sgarbi, uno dei due sottosegretari in quota Noi Moderati (l’altro è Giorgio Silli, alla Farnesina). Un tema che potrebbe sembrare di stretta attualità, vista l’urgenza di rimpiazzare Raffaele Fitto.
La competizione con Forza Italia si nutre anche di altre componenti. Per capirlo bisogna guardare la prima fila della platea, dove siedono Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. L’ingresso in Noi Moderati delle due ex dirigenti di Forza Italia, approdate in Azione e infine rientrate nel centrodestra (stesso percorso di Giusy Versace) è l’oggetto di veleni continui tra gli azzurri e non solo.
Un ruolo in questi movimenti lo ha giocato anche Ignazio La Russa, ospite ieri dell’assemblea romana e garante dei rapporti del centro con la destra: «Non c’è dubbio che l’aiuto che Fratelli d’Italia ha dato alla nascita di Noi Moderati sia stato importante», ha spiegato. Il presidente del Senato ricorda che è stata di Giorgia Meloni l’intuizione di non «annegare quelle energie negli altri partiti della coalizione» e propone di inserire nel pantheon centrista l’ex ideologo del Msi Pinuccio Tatarella, «il centro senza ancoraggio non ha forza, resta una zattera in balia del fiume».
La Russa poi fa riferimenti alle liti nella coalizione delle ultime settimane: «Le schermaglie fanno male a chi le mette in atto». Ma una di queste «schermaglie» è nata proprio da una sua dichiarazione dei primi di novembre, sempre a un’assemblea di Noi Moderati: «Maurizio, quando si voterà a Milano avrai una responsabilità….».
(da La Stampa)
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