LA CONSIGLERA DI PADOAN CHE VENDEVA I SEGRETI DEL GOVERNO
LA CLAMOROSA INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO… COINVOLTO IL COLOSSO TRIBUTARIO ERNST & YOUNG
Duecentoventimila euro per rivelare i segreti fiscali del Governo italiano.
Un articolo pubblicato del Corriere della sera rivela la clamorosa inchiesta della Procura di Milano che coinvolge una consigliera del ministero dell’Economia e il colosso della consulenza legale tributaria Ernst & Young.
Dal 2013 a gennaio 2015 i contenuti riservati (e destinati in taluni casi a rimanere segreti) delle discussioni sulle normative fiscali in seno al governo e al Consiglio dei ministri sono state, in cambio di un compenso di almeno 220.000 euro, rivelati «in diretta» al colosso della consulenza legale tributaria Ernst & Young da una ex professionista del gruppo entrata a fine 2012 (governo Monti) nella segreteria tecnica del sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, e poi divenuta consigliere in materia fiscale sia (nel governo Letta) del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, sia (nel governo Renzi) dell’attuale ministro Pier Carlo Padoan, venendo nel giugno 2015 nominata tra i 5 consiglieri di amministrazione di Equitalia spa.
Sulla scorta di mail sequestrate e di telefonate intercettate, a conclusione degli accertamenti i pm milanesi Paolo Filippini e Giovanni Polizzi ritengono quindi di accusare Ernst & Young (Italia) come società , e il suo senior partner e rappresentante italiano Marco Ragusa, di «corruzione» della consigliere ministeriale Susanna Masi, alla quale contestano anche l’ipotesi di «rivelazione di segreto d’ufficio» e il reato di «false attestazioni sulle qualità personali» per non aver dichiarato il proprio conflitto di interessi.
Il flusso informativo, che i pm collegano ai soldi pagati alla consulente del ministro dell’Economia in normali bonifici, va in due direzioni.
Da un lato Masi avrebbe «fornito a Ernst & Young notizie riservate possedute grazie al suo ruolo istituzionale di membro della segreteria tecnica» o «consigliere del ministro», così consentendo alla società di poter offrire ai grossi clienti (specie banche) servizi di ottimizzazione fiscale già parametrati sulle norme in divenire. Dall’altro lato sarebbe avvenuto anche il contrario, e cioè la consigliera ministeriale si sarebbe «resa disponibile a proporre modifiche, a vantaggio di Ernst & Young e dei suoi clienti, alla normativa fiscale interna in corso di predisposizione, nella materia di transazioni finanziarie nella quale era direttamente coinvolta quale membro della segreteria tecnica del ministero».
(da agenzie)
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