LA DISCONTINUITA’ SAREBBE RAPPRESENTATA DA CONTE PREMIER E DI MAIO VICE, DUE DEI TRE RESPONSABILI DELLO SFASCIO DELL’ITALIA
L’ARROGANZA DEL M5S E’ INVERSAMENTE PROPORZIONALE AI VOTI CHE PRENDEREBBE IN CASO DI RITORNO ALLE URNE… ZINGARETTI RIBADISCE IL NO MA LASCIA LA PORTA APERTA, RENZI POSSIBILISTA
“Nessun confronto è possibile davanti ai veti, come quello che continua ad arrivare sul premier Giuseppe Conte. Se non si sciolgono i veti e non otteniamo le garanzie adeguate per il Paese diventa tutto molto difficile”.
Così fonti M5S fanno filtrare l’irritazione del Movimento per il no granitico del segretario Pd Nicola Zingaretti alla riconferma della premiership a Conte.
Zingaretti e Di Maio si sono sentiti questa mattina e ognuno è rimasto sulle sue posizioni: i 5 Stelle vogliono Conte come unico premier dell’eventuale governo demostellato, mentre i dem assolutamente no.
Il leader M5S ha ribadito di non accettare alcun veto su Conte. “Tutto il M5S è leale a Conte ed è l’unico nome come premier”, ha ripetuto Di Maio a Zingaretti.
All’irritazione dei 5 Stelle fa da controcanto il “malessere” del segretario Pd per “gli ultimatum” da parte di M5S, fanno sapere fonti della segreteria Pd.
Nella telefonata con Di Maio – spiegano le fonti – Zingaretti ha ribadito il no a un Conte bis, per i motivi che aveva già spiegato al leader M5S, ovvero “per la necessità di marcare una discontinuità ” con l’esecutivo attuale.
Fonti Pd sottolineano che “si sta comunque cercando una soluzione” e il dialogo prosegue. Il segretario dem però avrebbe espresso un certo “malessere” per i continui ultimatum sui nomi lanciati dai 5 Stelle.
Tramontata l’ipotesi – avanzata sottotraccia dal Pd – di Roberto Fico a Palazzo Chigi, la trattativa rimane così al punto di partenza.
A sfilarsi dalla partita per la premiership è stato lo stesso presidente della Camera. “Roberto Fico ricopre l’incarico di presidente della Camera dei deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo”, evidenziano fonti di Montecitorio.
Una soluzione, al momento, ancora non si vede, mentre all’interno del Pd i renziani fanno sapere di “sostenere” il segretario, anche nel caso decidesse di aprire a Conte.
(da agenzie)
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