LA GUERRA DEI SOLDI NEL PD: RENZI VUOLE METTERE LE MANI SUL TESORETTO
I CIRCOLI SI VEDONO AUMENTARE L’AFFITTO… INIZIANO LE CENE PROLETARIE DA 1.000 EURO A TESTA PER IL FINANZIAMENTO DEL PARTITO
“Dopo sette anni dalla nascita del Pd, dobbiamo capire come le Fondazioni possono essere utili alle finalità del Pd stesso”.
Così è intervenuto il tesoriere dem, Francesco Bonifazi a Milano, in una riunione convocata per parlare dei rapporti tra le Fondazioni (ovvero il tesoro rosso) e il Pd.
In varie parti d’Italia, i circoli democratici si sono visti aumentare l’affitto da quelle stesse Fondazioni nate nell’ultima direzione degli ex Ds.
Teoricamente, un patrimonio che sarebbe anche loro.
(Ex) contro contro: il bilancio del Pd è in rosso profondo (con 10,8 milioni di euro di perdite nel 2013), i finanziamenti pubblici ai partiti vanno a scomparire, con i dipendenti che rischiano la cassa integrazione.
Eppure c’è un tesoro disseminato in 57 Fondazioni, costituite dall’ultimo tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, che non solo non si può toccare, ma che sopravvive anche grazie ai contributi pagati in varie forme dai Dem.
A Milano c’è stata una riunione, convocata dal segretario cittadino Pietro Bussolati, con 150 quadri locali e tesorieri del Pd di tutta Italia per provare ad affrontare il problema. Presente, Bonifazi, tesoriere nazionale. Grande assente, Sposetti, che quel patrimonio non lo molla.
Anche se erano presenti persone vicine alla Fondazione milanese Quercioli.
“La decisione di dare vita alle Fondazioni — ha detto Bussolati — nasce dalla necessità di vigilare sul patrimonio del partito, in un momento storico che non è più l’attuale”.
Per questo, “occorre un nuovo patto fra partito e Fondazioni”.
Bussolati chiarisce: “Non vogliamo fare la guerra alle Fondazioni ma avere regole chiare”. Perchè, “servono affitti calmierati e la proprietà e la vita dei circoli devono convergere. Anche se esistono limiti giuridici”.
Insomma, la guerra dell’attuale Pd al tesoro rosso, è partita. Anche se forme e modalità sono tutte da inventare
Il tesoro degli ex Ds si compone di 2300 immobili più 410 opere d’arte (alcune nella sede dei Ds a via Sebino, come “I funerali di Togliatti” di Guttuso), stimato in oltre mezzo miliardo.
Gli ex Ds hanno 150 milioni di debiti e le Fondazioni sono state costituite anche perchè le banche non si possono rivalere.
Ma il paradosso è che Fondazioni e circoli invece di stare dalla stessa parte, si trovano su fronti contrapposti. Le stesse Fondazioni pagano l’Imu e le tasse e non navigano nell’oro (almeno è questa la difesa degli Sposetti’s boys).
Peccato che si rivalgono, anche con gli affitti, sugli stessi militanti che magari un tempo quegli immobili li avevano comprati a forza di salsicce alla grigia alle Feste dell’Unità . Questione complicata: dentro le Fondazioni c’è un pezzo che poi è andato in Sel e in Rifondazione.
Ma non è solo questo: il tesoro rosso garantisce tuttora quel che resta della ditta.
Se mai gli ex Ds o una parte di loro decidesse che è arrivato il momento di fare la scissione, quel patrimonio serve tutto.
Così parlava Sposetti a Repubblica, solo un mese fa: “Il Pd sta in 1.800 circoli di proprietà del famigerato Pci-Pds-Ds, e non paga nè Tarsu nè Imu nè condominio. Sono sedi che vengono dal lavoro e dalla fatica di centinaia di militanti comunisti. Non mi sembra che a dirigere il Pd oggi ci siano grandi manager che possano gestire questo patrimonio. Quindi le cose restano come sono”
Il Pd intanto, se le inventa tutte. Domani a Milano e dopodomani a Roma ci sono le due prime iniziative di fundraising: ovvero due cene con imprenditori e professionisti vari, che per mangiare con Matteo Renzi devono pagare 1000 euro a testa. “Dalle cene pensiamo di ricavare un milione di euro”, ha detto il segretario premier ieri ai gruppi.
Per il governo, alla cena di Milano ci saranno, oltre a Renzi, Maria Elena Boschi e Maurizio Martina.
A Roma, Marianna Madia. Lo scouting era affidato ai parlamentari, cosa che ha provocato non pochi malumori.
Difficile evitare ospiti sbagliati, ancor più difficile portare pesi massimi, che in una situazione troppo allargata non sono interessati a partecipare.
Alla fine, i vertici dem si aspettano centinaia di partecipanti.
Quasi tutti personaggi di media levatura. Ma anche qualche nome più “pesante”.
A Milano ci saranno Valerio Saffirio fondatore di Rokivo inc., la società di San Francisco che produce i Google Glass, i Gavio, azionisti del gruppo Gavio Autostrade.
E Alessandro Perroncabus, Ad di Sestriere Spa, la più grande società italiana di gestione impianti sciistici, 13esima al mondo.
Ancora, Pietro Colucci, Presidente della Kinexia, società che si occupa di energie alternative e Roberto De Luca, presidente Live Nation Italia, la filiale italiana del più grande gruppo di Entertainment al mondo.
E Ferrari Allegrini e Bertani, produttori di vini, Acqua Norda, Nestlè.
E poi, notai e avvocati.
Wanda Marra
(da “il Fatto Quotidiano“)
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