LA LEGA CANDIDA A LAVIS LA PORTAVOCE DEL GERARCA FILO-RUSSO DI SLOVYANSK
SI E’ DISTINTA PER DICHIARAZIONI OMOFOBE CONTRO GLI OMOSESSUALI
Nella costellazione della Lega adesso c’è una Stella del Donbas. Dalla guerra nell’est dell’Ucraina alle urne della destra italiana in nord d’Italia: la parabola della nuova candidata del Carroccio Stella Khorosheva si dipana a Lavis, provincia di Trento, quasi 9mila abitanti e urne comunali alle porte, ma è iniziata molto tempo fa quando, nel 2014, cominciarono a piovere bombe su Slovyansk.
Ne zabudem, ne prostim.“Non dimentichiamo, non perdoniamo”. Era la frase che si leggeva tra sacchi di sabbia e bandiere che sventolavano sul municipio occupato di Slovyansk, città simbolo di quella Repubblica popolare di Donetzk autoproclamata nel 2014 dopo la battaglia di piazza Maidan.
Alle telecamere dei giornalisti spiegava le decisioni delle nuove autorità filo-russe nei giorni tesi del conflitto, – fluente in più lingue, capelli biondi ed occhiali -, Stella Khorosheva: era la portavoce del sindaco Vyacheslav Ponomarev, l’uomo che girava in divisa, denti d’oro e quattro dita, durante l’assedio della città contesa dall’esercito ucraino e quelli che la stampa cominciava a chiamare “separatisti” all’inizio del conflitto.
Dalla battaglia di trincea a quella elettorale trascorrono sei anni. In mezzo, – nel passaggio dalla bandiera rossa, nera e blu di Donetzk a quella verde della Lega -, per Stella ci sono gli acquerelli: quelli che espone in provincia di Trento, a Mezzocorona. Il sito del municipio informa che l’artista “è nata a Slovyansk nel 1966, territorio sconvolto dalla guerra che ha segnato profondamente la sua vita. È laureata in chimica, da sempre è appassionata di arte”.
Nel 2014 la citano le maggiori agenzie di notizie internazionali durante il conflitto, nel 2020 tornano a farlo le testate del settentrione italiano per la “profezia di Marx e la fine della razza umana”.
Alle sue prove d’elezione si accompagna la perplessità dei giornalisti trentini: nella sua seconda vita, lontana da cingolati e granate, la Khorosheva svetta in altri articoli per le sue posizioni definitivamente omofobe.
È il quotidiano ilDolomiti che la nota prima di tutti gli altri quando, senza ambiguità , esprime le sue posizioni: “il matrimonio tra gay porta all’estinzione della razza, l’obiettivo è distruggere il cristianesimo”. Frasi esplicitamente anti-gay in campagna elettorale che fanno indignare le testate della provincia trentina in cui si candida nella lista della leghista Monica Ceccato, – aspirante sindaco di Lavis -, dichiarazioni a cui non seguono spiegazioni della Khorosheva, ma solo cancellazioni di quei post che però sono ancora visibili sul sito del giornale.
Il cerchio di Stella non si chiude a Trento, ma torna ad allargarsi a Kiev.
“Le autorità italiane non hanno fornito agli investigatori ucraini una risposta sull’interrogatorio a Stella Korosheva, all’epoca dei fatti portavoce del cosiddetto sindaco di Slovyansk”.
Della candidata sono tornati a parlare anche i media patrii quando a pronunciare il suo nome, a fine agosto scorso, è stato il ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov, per supportare la tesi di innocenza a favore di Vitaly Markiv, l’ex soldato italo-ucraino già condannato in primo grado per il concorso in omicidio di Andy Rocchelli e Andrey Mironov, i due giornalisti che hanno perso la vita a Slovyansk il 24 maggio 2014
Nei vestiti di Andrey Mironov, deceduto insieme al fotoreporter italiano ai piedi della collina di Kharachun a Slovyasnk, è stato trovato, dicono gli inquirenti di Kiev, un foglio firmato dalla portavoce Khorosheva, un avviso che riguardava una fotografia da scattare a Stelkov, pseudonimo di Igor Girkin, ex ufficiale delle forze armate russe a capo delle offensive in Donbas in quei mesi.
Del suo coinvolgimento nel dibattimento in tribunale che inizierà il 29 settembre a Milano non si hanno informazioni. Nessun triste, solitario finale della storia: vittorie e sconfitte delle battaglie di Stella non sono ancora note. Ma se delle elezioni italiane alle porte si consoceranno presto i risultati, della guerra ormai fredda e dimenticata al confine ucraino nessuno immagina l’esito.
(da agenzie)
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