LA LEGA IN LOMBARDIA NON VUOLE CHE I MIGRANTI PULISCANO PARCHI E GIARDINI
MA NON ERANO I RAZZISTI CHE SI LAMENTAVANO PERCHE’ NON VENIVANO IMPEGNATI IN LAVORI SOCIALMENTE UTILI?… LA CONFERMA DEL NOSTRO PENSIERO: CON I RAZZISTI NON SI DISCUTE
Un sistema di premi destinati ai Comuni lombardi che scelgono di non impiegare i migranti nella manutenzione del verde pubblico.
Perchè prima ci sono gli italiani e, nello specifico, i lombardi.
La proposta è contenuta in una mozione firmata da sette consiglieri regionali della Lega e che sarà discussa domani, martedì, al Pirellone.
Un documento che va in controtendenza rispetto a diversi progetti messi in campo negli ultimi mesi da Nord a Sud e che riguardano proprio l’impiego di richiedenti asilo nella cura di giardini e parchi.
Si va dalla Capitale a Ragusa, da Padova ad Asti.
Il consiglio regionale della Lombardia, invece, è chiamato a votare una mozione che, qualora passasse, impegna la giunta guidata dal leghista Attilio Fontana a “concedere premialità nei bandi agli enti locali lombardi che non fanno ricorso a richiedenti asilo — si legge nel testo (prima firmataria Federica Epis) — bensì a manutentori del verde pubblico professionisti”.
Nel testo i consiglieri manifestano la loro contrarietà rispetto all’impiego da parte degli enti locali lombardi “di richiedenti asilo e presunti profughi per i lavori di manutenzione del verde pubblico”.
“La valorizzazione del verde pubblico — si legge nel testo — necessita di professionalità e competenze che non possono essere garantite con l’impiego di persone che non hanno nè esperienza nè formazione”.
Secondo i firmatari “è opportuno garantire un equo trattamento a tutti i soggetti che si occupano della manutenzione del verde pubblico”, per evitare che immigrazione e accoglienza siano “utilizzate a discapito del tessuto produttivo lombardo”.
Si sollecita, inoltre, la previsione nei bandi di premi “agli enti locali lombardi che non fanno ricorso a richiedenti asilo”.
Un passaggio, quest’ultimo, che potrebbe però trovare intoppi negli eventuali ricorsi al Tar.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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