LA MANAGER CHE DISSE NO A SPINELLI: “SOLDI A TOTI? NO, SAREBBE CORRUZIONE”
C’E’ CHI HA DETTO NO: IL RIFIUTO DI IVANA SEMERARO, DIRIGENTE DELLA ICON
A un lato del telefono c’è scio’ Aldo, al secolo Aldo Spinelli, 84 anni, quinta elementare e talmente tanti milioni da non sapere più come spenderli. Dall’altro capo c’è Ivana Semeraro, laurea alla Bocconi, partner del fondo Icon Infrastructure, da 8 miliardi di dollari, con uffici a Londra, nella City e, a New York, nella quinta Avenue.
Il quantum della discussione potrebbe far sorridere: 40mila euro. Ma non il contesto. Aldo Spinelli, che con una delle sue imprese è socio della Icon nella Terminal Rinfuse, ha chiesto al fondo di accollarsi un finanziamento da 40 mila euro al Comitato Lista Toti. Per Semeraro, però, quei 40 mila hanno l’odore di una mazzetta.
La conversazione del 20 settembre 2021 è surreale: «Ciao Aldo! ascolta… Abbiamo un po’ di problemi ad approvare quel pagamento di… la donazione, alla… al comitato di Toti..». Spinelli è sorpreso: «Perché?». La manager spiega: «Perché…perché è un problema di reputazione, perché comunque nelle regole della nostra policy non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come…».
Lui insiste: «Ma noi l’abbiamo fatto sempre tutti gli anni». Semeraro: «Prima di noi. Ma non da quando siamo arrivati noi, Aldo… perché i partiti politici ovviamente fanno parte delle varie istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po’… visti come corruzione, altre cose… ». Spinelli abbozza: «Lo so, ma gioia, sai cosa…». E lei: «Lo so, io capisco che per te è importante supportare a livello locale…».
Le stesse perplessità manifestate da Aldo tre giorni prima al figlio, Roberto Spinelli. E quest’ultimo l’altro ieri, durante l’interrogatorio di garanzia davanti alla gip Paola Faggioni e al pm Luca Monteverde, si sfoga: «Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l’uomo più felice del mondo… Mio padre poi ci dribblava, dava l’ordine diretto».
Spinelli junior aveva capito le intenzioni dell’ingombrante genitore: «Scusi, io ho fatto legge e ho anche studiato negli Stati Uniti, non posso chiedere a un fondo di schermarmi. Sarei come mio padre, sarei uno scemo totale mi scusi… Io ho chiesto all’Ivana di autorizzarmi, sperando che non mi autorizzasse».
Aldo effettuerà comunque il versamento attraverso quattro sue società. In quei giorni Spinelli cercava appoggio e sostegno per ottenere dall’Autorità portuale il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse. Icon era proprietario del 45% delle quote sociali della Spinelli srl, a sua volta socio di maggioranza della Terminal Rinfuse Genova. Il fondo stava trattando la vendita delle proprie quote alla tedesca Hapag Lloyd, colosso mondiale dei container, e l’assegnazione del Terminal avrebbe garantito un plusvalore alle quote. Icon incasserà 300 milioni un anno dopo.
Finanziamenti illeciti quelli di Spinelli, secondo la Procura, perché pagati in cambio di interventi per ottenere la banchina portuale e di un aiuto per una pratica urbanistica delle ex colonie Punta dell’Olbo di Celle Ligure. Non assume quindi grande rilevanza, per gli inquirenti, il giallo del verbale in cui Roberto Spinelli avrebbero usato le parole «finanziamenti leciti» mentre la trascrizione sarebbe uscita con «illeciti ». La Procura riascolterà comunque la registrazione audio.
(da La Repubblica)
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