LA MELONI SI SCOPRE FEMMINISTA: “NESSUN UOMO PUO’ DIRE A UNA DONNA COSA DEVE FARE”, MA SE LA NOMINA MINISTRO ALLORA VA BENE
SE NON FOSSE STATO PER FINI, LA MELONI SAREBBE MAI ARRIVATA A GUIDARE UN DICASTERO ?
“Nessun uomo può dire a una donna ciò che deve o non deve fare. E in una città che ha come simbolo una lupa che allatta due gemelli la mia gravidanza non sarà un problema”.
Anzi ormai è diventato un valore aggiunto per la campagna elettorale femminista di Giorgia Meloni che pare si debba votare solo perchè è donna.
In effetti forse non esiste altra ragione per votare chi da vent’anni frequente le stanze del potere, arrivando a essere nominata persino ministro nel governo Berlusconi solo grazie alla quota spettante ad An e su intercessione di Gianfranco Fini.
In quel caso aveva accettato volentieri di fare quello che un uomo le aveva proposto.
Oggi ha intimato a Bertolaso di “farsi da parte” e il poveretto che pensava coi disastri ambientali di averne visto ormai tutti i generi, ora si è trovato di fronte a un nuovo cataclisma di arroganza e presunzione, il ciclone Giorgia.
Ha reagito da esperto di tsunami con un “non mi ritiro, vado avanti come una ruspa”, sfottendo il mandante del suo tentato omicidio.
Per ora gode ancora di buona salute, peccato che sia uomo e non in attesa, parte con 3 punti di penalizzazione più altri 2 per non avere sparato cazzate sui rom.
Può rimediare comprando un risciò: non avrà l’effetto di una carrozzina da bimbi, ma potrebbe sempre suscitare la compassione di qualcuno.
Anche se mai potrà raggiungere quella che provano i romani per il centrodestra.
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