LA MINISTRA DEGLI ESTERI TEDESCA SMONTA IL GOVERNO MELONI: “SERVE UNA MISSIONE EUROPEA DI SALVATAGGIO IN MARE”
BAERBOCK: “LA MORTE NEL MEDITERRANEO Eì UNA FERITA APERTA DELL’EUROPA”
Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, in un’intervista a La Repubblica ha parlato della questione migranti e della necessità della Ue di fare fronte comune per promuovere i salvataggi in mare.
Una visione che smonta e ridicolizza l’idea del governo Meloni, che vorrebbe impedire le partenza (cosa impossibile da realizzare).
«Se chiunque provasse solo a immaginare di stare su uno di quei gommoni e di assistere alla morte del proprio figlio nel Mediterraneo, non credo che dormirebbe più sonni tranquilli. La morte nel Mediterraneo è la ferita aperta dell’Europa: non siamo riusciti a definire una politica comune. Per quanto difficile, continueremo a lavorarci ostinatamente. Non possiamo abbandonare i Paesi ai confini esterni della Ue, né quando salvano gli esseri umani in mare, né quando respingono chi arriva alla frontiera ma non ha diritto all’asilo. Per me è molto importante che sia ripristinata una missione europea di salvataggio in mare. Significa anche responsabilizzare i Paesi ai confini esteri della Ue a registrare chi arriva. E quelle persone devono essere trattate in modo umano e occorre salvare chiunque rischi la vita. Infine, la redistribuzione non può essere spontanea, ma espressione di un processo ordinato. Ci vuole umanità e ordine».
La leader dei Verdi tedeschi ha poi parlato della guerra in Ucraina. «Il pacifismo – spiega – non vuol dire tollerare le ingiustizie. Ma che nessuno può usare la violenza per ottenere i suoi obiettivi. Se Putin viola brutalmente il diritto internazionale, assale un Paese vicino e più piccolo, uccide a sangue freddo delle persone, dal mio punto di vista abbiamo la responsabilità internazionale di aiutare la vittima. E in questo caso è l’Ucraina e il suo popolo. Perciò abbiamo cercato per l’intero anno scorso di dissuadere Putin anche con i canali diplomatici da questa brutale guerra d’aggressione. Ma la risposta di Putin è stata: attacchi ancora più brutali. Perciò sosteniamo l’Ucraina anche con le armi. Perché una pace imposta con la forza non è una pace. Voltarsi dall’altra parte sarebbe omissione di soccorso».
(da agenzie)
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