LA PRIMA VOLTA DI UN VESCOVO IN UN CENTRO SOCIALE: “QUI PER DIALOGARE”
GLI ANTAGONISTI: “STESSO CONCETTO DI ACCOGLIENZA”
Seduti l’uno accanto all’altro ci sono i “disobbedienti” e ci sono i diaconi, ci sono gli uomini di Chiesa e chi “la lotta la fa sporcandosi le mani, ma anche la fedina penale”. A Bologna, ieri sera 16 aprile, per la prima volta un arcivescovo ha varcato la soglia di un centro sociale in città .
Monsignor Matteo Zuppi, il prete di strada che nel 2015 Papa Francesco ha inviato in città , ha portato i discorsi di Bergoglio in quello che è forse il più “ribelle” dei centri sociali del capoluogo emiliano, finito più volte al centro delle indagini della Procura, il Tpo.
Assemblea a microfono aperto, sacro e profano assieme per la presentazione di “Terra, casa, lavoro”, il libro, edito da Il Manifesto, che riunisce tre discorsi di Papa Francesco con i movimenti popolari in giro per il mondo.
“Ad accomunare noi e la Chiesa di Francesco è l’accoglienza senza se e senza ma per tutti”, spiega Domenico Mucignat, storico attivista del Tpo, che ha iniziato a tessere la trama del dialogo con Zuppi da tempo sulla questione dell’accoglienza migranti. Più volte Francesco li ha invitati a alzare la testa e prendersi quello che gli spetta, senza aspettare i grandi interventi delle ong e degli Stati”.
“Se parlare qui fa notizia siamo messi male”, ha detto monsignor Zuppi riferendosi all’eco mediatica che la sua visita ha suscitato. “Il dialogo serve a costruire ponti, bisogna aggiornare le geografie, anche perchè parlare non significa diventare uguali. Siamo liberi da qualunque strumentalità , per questo siamo qui”, continua prima di leggere e commentare alcuni passi del libro.
Accanto a lui c’è Luciana Castellina, fondatrice del Manifesto. Si parla di Marx e di Lenin, di Papa Giovanni XXIII e della tesi del nono congresso del Pci che volle inserire Togliatti, “una religiosità autenticamente vissuta può essere un grande contributo alla critica del capitalismo”.
Sinistra e Chiesa tornano a parlarsi su terreni comuni, “la Chiesa sta esternando alcune sue ibridazioni con i movimenti sociali latinoamericani — dice uno dei partecipanti — per noi di sinistra è un incontro, non una delega alla Chiesa”.
“Il fatto che il popolo dialoghi con chi ogni giorno, tra gli ultimi, pratica forme di illegalità , come la resistenza e le occupazioni, è interessante”, osserva Mucignat. Le divergenze restano, ma le affinità ci sono: “Sull’accoglienza è più facile trovare un rapporto con un parte della Chiesa che con il ministro Minniti o quello che è stato il governo Gentiloni”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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