LE PROCURE SUI PROFUGHI FANNO POLITICA O APPLICANO LA LEGGE? SE CI SONO CONTATTI TRA SCAFISTI E QUALCHE ONG FUORI LE PROVE
DIRE CHE “PROCESSUALMENTE NON CI SONO ELEMENTI E CHE DEVE INTERVENIRE LA POLITICA” VUOL SOLO DIRE METTERE IN CATTIVA LUCE CHI SALVA DELLE VITE… CHISSA’ COME MAI CERTA MAGISTRATURA NON SI DEDICA CON LO STESSO ZELO A CHI ISTIGA ALL’ODIO RAZZIALE, POLITICI COMPRESI
Tra chi salva i disperati che attraversano il Canale di Sicilia, non tutte le ong che recuperano migranti sarebbero uguali: «Ci sono quelle buone e quelle cattive», dice il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro.
La sua è la procura più esposta nell’affaire migranti, per necessità prima ancora che per scelta, avendo competenza su quella parte di Sicilia, la zona orientale, dove affacciano i porti di Pozzallo, Augusta, Catania e Messina che da soli assorbono il maggior numero di arrivi di migranti.
Secondo Zuccaro questa massa di persone «sta creando problemi di ordine pubblico che potrebbero influire sul tessuto sociale delle popolazioni, poi ci sono i problemi del caporalato, quelli della gestione del denaro per l’accoglienza e l’ospitalità , che lasciano intravvedere fatti gravi».
Frasi al tempo stesso pesanti e vaghe, visto che compito della magistratura dovrebbe essere quella di perseguire reati specifici, non lanciarsi in valutazioni sociologiche.
Al centro delle polemiche sarebbero le Ong – le organizzazioni non governative – che stanno con le loro navi, qualcuna anche con droni e aerei, a pattugliare il tratto di Mediterraneo davanti alla Libia.
Perchè sono lì, come si finanziano, hanno contatti diretti con i trafficanti? Questo si chiedono i magistrati di Catania.
«Su Ong come Medici senza frontiere e Save the Children davvero c’è poco da dire – dice Zuccaro – discorso diverso per altre, come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte» (cinque delle nove Ong schierate in mare, c’è poi la spagnola Proactiva Open Arms).
Le buone e le cattive, dunque: «Abbiamo evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti – dice Zuccaro – non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati».
E quale sarebbe il reato?
Se una Ong non entra nelle acque territoriali libiche e attende eventuali Sos dai barconi per porli in salvo di che reato si macchierebbero?
O forse sarebbe meglio lasciarli affogare?
In realtà tutto parte dalla decisione della Ue di impedire che i profughi arrivino in Europa e dall’aver arretrato in mare aperto le sue linee di intervento, così i barconi affondano prima e non disturbano chi avrebbe il dovere di porli in salvo.
Per questo le Ong si sono avvicinate di più al limite delle acque territoriali, per sostituirsi a chi per cinismo politico ha abdicato ai propri impegni.
Per questo l’agenzia dell’Ue Frontex nel suo rapporto «Risk analysis 2017» ha definito «taxi» alcune Ong. Ed è probabilmente per questo che Zuccaro parla di prove che non è possibile utilizzare in un processo (ma allora che parla a fare?).
Tutte le nove Ong sono, comunque, sotto la lente della procura etnea: «Per quelle sospette dobbiamo capire cosa fanno, per quelle buone occorre invece chiedersi se è giusto e normale che i governi europei lascino loro il compito di decidere come e dove intervenire nel Mediterraneo».
Quindi in concreto, politichese a parte, reati penali non se ne vedono allo stato attuale salvo lanciarsi in valutazioni politiche che non crediamo siano di competenza della magistratura.
«L’inchiesta richiede tempi che l’Europa non si può permettere – dice Zuccaro – il problema resta essenzialmente politico e i governi europei, non solo quello italiano, devono intervenire subito, per me, quei 250 mila in arrivo quest’anno sono una stima per difetto».
Ma se anche arrivassero 250.000 profughi è forse un problema della magistratura o un tema su cui la Procura debba schierarsi?
Se la magistratura ritiene che dietro qualche Ong ci siano dei criminali spicchi dei mandati di arresto, dopo aver fornito possibilmente le prove.
Altrimenti dedichi il suo tempo a perseguire i reati di istigazione all’odio razziale che quotidianamente vengono commessi in Italia sui social e non solo.
E se proprio deve sollecitare la politica, si chieda che fine ha fatto l’impegno degli altri Stati Europei ad accogliere l’anno scorso 36.000 profughi sbarcati in Italia e che avrebbero dovuto essere redistribuiti negli altri Paesi.
O che risultato ha prodotto la firma con le autorità libiche da parte del ministro Minniti che avrebbe dovuto “bloccare” gli arrivi.
O forse andare controcorrente è chiedere troppo?
(da agenzie)
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