LA REALTÀ FA A PUGNI CON LE PROMESSE ELETTORALI: LA MANOVRA DEL GOVERNO MELONI SARÀ LACRIME E SANGUE
DOVRA’ TROVARE 25-30 MILIARDI DI COPERTURE: NIENTE FLAT TAX, NIENTE PENSIONI MINIME A MILLE EURO, NIENTE INTERVENTI SULLA BENZINA – PER TROVARE I SOLDI SARÀ COSTRETTA A TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA A TUTTO SPIANO
Una manovra da 25-30 miliardi improntata ad austerity e vasi comunicanti. Addio sogni elettorali: il governo Meloni si prepara a raschiare il barile dei conti pubblici, tagliando e cucendo tra poste e promesse.
Di sicuro anche la seconda legge di bilancio dell’esecutivo di destra non abolirà la legge Fornero, non estenderà a tutti la flat tax, non alzerà le pensioni minime a mille euro. Palazzo Chigi anzi dovrà essere super attento a non sforare e rompere con Bruxelles: nel 2024 torna il patto di stabilità e le regole fiscali su deficit e debito, gonfiati a dismisura da pandemia, crisi energetica e guerra.
La notizia che Germania, Olanda e Ungheria sono entrate in recessione tecnica è suonata come un allarme nei palazzi romani. Il Pil italiano tra aprile e giugno è sceso a sorpresa dello 0,3%. Il turismo estivo non sta andando come sperato, la stagione forse chiuderà con un — 20%. L’incubo del governo insomma comincia a prendere forma. Il timore che il +1% del Pil previsto per quest’anno non sia più alla portata. E soprattutto il +1,5% del 2024, già messo in discussione dai previsori. Cosa succede a deficit e debito?
Si spiega così l’allerta fatta scattare dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Prima delle ferie estive ha chiesto ai ministri massima prudenza e oculatezza nel menù delle richieste da portare in manovra. Già solo a mettere in fila le misure che non possono non esserci il conto è robusto.
In cassa ci sono 4 miliardi di maggior deficit deciso dal governo nel Def di aprile, alzato dal 3,5 al 3,7% nel 2024. Poi altri 300 milioni di tagli alla spesa dei dicasteri. E i proventi, al momento non quantificati, della tassa una tantum sugli extraprofitti delle banche. Si aggiunge infine un taglio da almeno 3-4 miliardi ai bonus fiscali per ridurre da 4 a 3 le aliquote Irpef. Totale coperture: 9-10 miliardi, a seconda di quanto affonderà la scure sulle banche, difese però da Forza Italia. Ne mancano 15-20.
Per fare cosa? Il taglio del cuneo contributivo ai lavoratori dipendenti va riconfermato: costa 8,5 miliardi, al netto delle tasse. Poi c’è un pacchetto minimo sulle pensioni che oscilla tra 1 e 2 miliardi, con i rinnovi di Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale, minime a 600 euro per gli over 75 e conguaglio della rivalutazione delle pensioni del 2023. Si aggiunge un pacchetto welfare per i lavoratori dipendenti […]: può valere 2-3 miliardi. Poi le spese obbligatorie: altri 6 miliardi, tra missioni internazionali e vacanza contrattuale per i lavoratori pubblici.
Dove trovare le coperture? Di sicuro si affonderà nei tagli. Confermando l’austerity non dichiarata, ovvero il congelamento della spesa pubblica. Significa non solo niente soldi extra per sanità, scuola e stipendi pubblici. Ma un taglio secco del 10-11% vista l’inflazione galoppante. Una super manovra silenziosa da 70-80 miliardi che consente al governo di scendere dall’8% del deficit 2022 a meno del 3% entro il 2025.
(da a Repubblica)
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