LA RETE DI ANGELINO ALFANO; DA RUINI A CL, DAL PPE AL QUIRINALE, FINO ALLA FINANZA
CHI HA APPOGGIATO “NUOVO CENTRODESTRA” NELLO STRAPPO
“Onorevole, il progetto che state elaborando è interessantissimo. Andate Avanti”. Angelino Alfano chiude il telefono, si guarda intorno.
A Palazzo Chigi ha riunito i ministri insieme a Chicchitto e Sacconi. Scruta le facce dei suoi, quando incrocia lo sguardo di Gaetano Quagliariello si apre in un sorriso: “Sei tu che gli hai detto di chiamarmi, eh?”. “Ma nooo”, si schermisce il ministro delle Riforme.
Quella che il vicepremier ha sentito dall’altra parte del telefono è una voce flebile e ferma nello stesso tempo, una voce inconfondibile: quella di Camillo Ruini.
Il retroscena, raccontato sulle pagine del Messaggero, è solo uno di una serie di esempi.
Già , perchè in chiaro c’è la politica, la plastica rottura tra le truppe del delfino e il padre nobile, i bagni di folla e le conferenze stampa.
Poi, appena si spengono i riflettori, la trama si ingarbuglia, ed è mossa da una fitta rete di interessi e di relazioni che spesso spingono in direzioni contrapposte.
Dalla parte di Angelino si sono schierati gli uomini di Cl. Tutti, senza eccezioni, lo hanno seguito nel Nuovo centrodestra.
Dall’ex presidente della Compagnia delle opere Raffaello Vignali al sottosegretario Gabriele Toccafondi (fiorentino, un ottimo rapporto con Matteo Renzi, il quale, a sua volta, coltiva da anni i rapporti con la Cdo) fino al pasdaran Roberto Formigoni (il cui tessuto relazionale nella ricca terra lombarda è a prova di bomba) e al ministro Maurizio Lupi, tra i principali artefici della costituzione del nuovo gruppo.
Proprio il lavorio del titolare delle Infrastrutture sul caso Alitalia ha portato a galla la sintonia tra il vicepremier e un importante stakeholder come Massimo Sarmi, che dalla tolda di comando di Poste italiane può dire la sua su più partite strategiche in campo politico ed economico.
Vedi quella sulla compagnia di bandiera, nella quale figura come vicepresidente Savatore Mancuso, incidentalmente fratello di Bruno Mancuso, senatore fresco di passaggio in Ncd.
Si sa poi che Oltretevere da un po’ di tempo ha preso le distanze dalle stravaganze di Silvio Berlusconi. E, al di là della telefonata interessata di Ruini, una larghissima parte della Curia romana guarda con simpatia al Nuovo centrodestra. In Ncd, oltre a Lupi e Quagliariello, sono confluiti anche Maurizio Sacconi e Eugenia Roccella, i due teocon delle battaglie per la vita.
Quagliariello è una pedina chiave anche nei rapporti con il Colle, che osserva con occhi preoccupati ma soddisfatti l’evoluzione di queste ore.
È stato un tenace avversario come Sandro Bondi a legittimare involontariamente il rapporto privilegiato tra il vicepremier e l’inquilino del Colle: “Le mosse di Angelino – ha detto ieri – sono guidate da Napolitano”.
Ma non c’è solo Quirinale nei riferimenti istituzionali di Alfano.
Vi ricordate la telefonata di Barroso prima del due ottobre, quella nella quale consigliava il Cavaliere di non staccare la spina a Letta?
Ecco, il Partito popolare europeo è rimasto di quell’avviso. E, informalmente, raccontano che tutti i big continentali facciano filtrare soddisfazione per le determinazioni del ministro dell’Interno.
Lo stesso Alfano, d’altronde, ha un ottimo rapporto con Joseph Daul, presidente del Ppe e con Micel Barnier, mentre il legame con Hans Gert Poettering (ex presidente del Parlamento di Strasburgo) è stato portato in dote dai ciellini.
Non a caso l’eurodeputato tedesco qualche giorno fa ha incontrato sia Alfano, sia Mario Mauro, uomo di don Giussani nelle file di Scelta civica.
Che abbiano parlato di una prossima riunificazione? Probabile.
Quel che è sicuro è che se Angelino non ha i voti – come osservano i maligni – ha più di una carta in mano per andarseli a trovare.
(da “Huffingtonpost”)
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