LA STRATEGIA DI ZINGARETTI PER LE EUROPEE: IN AGENDA TIMMERMANS, BONINO E PIZZAROTTI
SULLA SUA STRADA IL “NODO” MACRON CHE CON VERHOFSTADT COSTITUIRA’ UN NUOVO GRUPPO LIBERALE A STRASBURGO
Le elezioni europee di maggio sono in cima agli impegni di Nicola Zingaretti, neo-segretario Pd, indicato domenica scorsa con le primarie e in attesa della elezione ufficiale il 17 marzo all’assemblea nazionale dei Dem.
Il tempo stringe e allora il governatore del Lazio continua a riempire l’agenda di incontri: domani pomeriggio a Roma vedrà il socialista Frans Timmermans, candidato del Pse alla presidenza della Commissione (Spitzenkandidat).
Al telefono ha sentito Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma, ex del Movimento 5 stelle, che aveva avviato una interlocuzione con i Verdi.
La prossima settimana avrà un secondo incontro con Emma Bonino, dopo quello di ieri andato male. Ma sulla sua strada c’è anche il ‘macigno Macron’.
Il presidente francese continua ad attirare la parte più renziana del Pd mentre non scalda affatto quella più vicina alla nuova segreteria.
Matteo Renzi, per dire, la prossima settimana sarà in tv a Parigi per un confronto con Marine Le Pen. Il tutto a valle del manifesto per l’Europa firmato dall’inquilino dell’Eliseo ieri su tutti i quotidiani del continente: un testo che convince i renziani, ma non la nuova maggioranza zingarettiana che pure però dovrà cercare anche con Macron il filo di un’alleanza europeista all’Europarlamento dopo le europee
L’obiettivo di Zingaretti è una lista allargata che però parta dal Pd e ne rechi il simbolo, anche se “non è un dogma”, continuano a ripetere i suoi.
Domani l’incontro con Timmermans che sarà a Roma per un evento in mattinata al Centro Studi Americani. La prossima settimana all’incontro con Bonino ci sarà anche Benedetto Della Vedova.
Ed è ancora da fissare l’incontro con Pizzarotti. Ma Zingaretti deve gestire anche il nuovo attivismo di Macron.
Il presidente francese ha diffuso ieri il suo manifesto per l’Europa, pubblicato su tutti i quotidiani del continente. Iniziativa che nel Pd è stata subito accolta da Sandro Gozi, che alle primarie ha sostenuto Roberto Giachetti (area Renzi).
E’ un manifesto che “dà valore all’essere europei e, allo stesso tempo, sollecita a uscire dello status quo per rifondare l’Europa. E rompe un tabù, dicendo che si possono riformare i Trattati”, sottolinea Gozi, ex sottosegretario agli Affari europei e presidente dei Federalisti europei in un’intervista al Corriere della Sera.
Ecco, il Pd di Renzi avrebbe subito applaudito all’iniziativa del presidente francese. Non quello di Zingaretti.
La capo delegazione del Pd all’Europarlamento Patrizia Toia ha commentato così: “E’ positivo che in questo momento storico un presidente francese influente come Macron voglia far ripartire le riforme europee. Auspico però che anche dopo le elezioni Macron faccia prevalere l’ambizione europeista alleandosi con il Gruppo S&D, che questi temi li vuole portare avanti davvero, mettendo in secondo piano l’esigenza francese di rafforzare il legame con la Germania a guida conservatrice”.
Rari altri commenti, comunque non di giubilo. Perchè ora, sotto la nuova leadership, con Macron c’è un rapporto di competizione elettorale e di collaborazione dopo il voto: servirà anche lui per costruire una maggioranza europeista e anti-sovranista all’Europarlamento, insieme al Ppe, sempre che riesca a risolvere il problema interno con il premier nazionalista ungherese Viktor Orban (i Popolari ne discutono in assemblea il 20 marzo, vigilia dell’ultimo consiglio europeo di questa legislatura). E sempre che ci siano i voti per fare l’alleanza.
Il punto è che Macron potrebbe fare da richiamo per quanti nel Pd non gradiranno la torsione socialista di Zingaretti. Certo, è presto per dirlo. E la schiacciante vittoria di Zingaretti alle primarie ha frenato le spinte di Gozi ad andare “oltre il Pd” in senso liberale, pur non avendo assorbito la sua convinzione che bisognerebbe andare oltre i socialisti, oltre le “famiglie europee nate nel secolo scorso”.
Pure Renzi — che nella sua ultima visita a Bruxelles a dicembre è stato accompagnato proprio da Gozi – ha messo da parte (per ora) l’idea di prendere “un’altra strada” politica. Ma intanto l’ex segretario continua con il tour di presentazioni del suo libro (‘Un’altra strada”, per l’appunto) e addirittura la prossima settimana sarà lui a confrontarsi con Marine Le Pen in diretta tv a Parigi, prima serata su France 2 nel programma ‘L’emission politique’.
Nella stessa trasmissione ci sarà anche un confronto fra Le Pen e Nathalie Loiseau, la ministra francese per gli Affari Europei che potrebbe diventare capolista alle europee per ‘La Republique en Marche’ di Macron.
Basti dire che l’ultimo leader italiano a confrontarsi con Le Pen è stato Pierluigi Bersani a Roma, su Rete 4, nell’ottobre scorso.
E’ per questo che Macron potrebbe diventare un problema da gestire per Zingaretti. Dal canto suo, l’inquilino dell’Eliseo riprende fiato dopo mesi e mesi di gogna mediatica per via delle proteste dei gilet gialli.
Ora i sondaggi gli danno ragione: nell’ultima rilevazione francese è al 23,5 per cento, in vantaggio sul Rassemblement National di Le Pen (19,4 per cento).
Insomma, Macron ha ritrovato la sua ambizione di leadership europea che in Italia ha presentato con l’intervista di domenica scorsa a Fabio Fazio su Raiuno e che oggi, su un giornale italiano ‘La Stampa’, gli viene riconosciuta ufficialmente da Guy Verhofstadt. “Macron è il leader della nuova Europa”, dice il liberale che il 12 febbraio scorso diede del “burattino” al premier Giuseppe Conte in audizione a Strasburgo, scatenando una lunga scia di polemiche naturalmente.
Ma c’è di più: con l’arrivo di Macron tra i liberali europei, il gruppo dell’Alde si scioglierà , annuncia Verhofstadt. Nascerà un nuovo gruppo che evidentemente potrà essere la ‘casa europea’ anche per i Dem italiani che magari si ritroveranno a non gradire le ricette socialiste di Zingaretti.
E’ presto per dirlo. Tutti aspettano le prossime mosse del nuovo segretario. Ed è per queste ragioni che le alleanze in vista delle europee sono in cima ai pensieri del governatore del Lazio.
L’obiettivo è costruire un campo largo, al centro e a sinistra in modo che tutti possano sentirsi coinvolti, così da evitare fughe insomma.
(da “Huffingtonpost”)
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