L’APPELLO DEI MEDICI AL GOVERNO: “NO DOPO LA PRIMA DOSE, DEVE VALERE SOLO CON LA SECONDA”
“CI VUOLE PIU’ CORAGGIO, SENZA IL CICLO VACCINALE COMPLETO LA VARIANTE SI TRASMETTE”… “DEVE ESSER ESTESA ANCHE AI TRASPORTI”
|Sul Green Pass i medici chiedono al governo più coraggio. “Bene il certificato verde ma si deve osare di più – dice il presidente della Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), Dario Manfellotto – Una sola dose non basta. Perchè gli studi dimostrano che senza un ciclo vaccinale completo purtroppo la variante Delta riesce a bucare in una misura importante i vaccini, anche se non con esiti gravi della malattia”.
Da qui l’appello del presidente Fadoi: “Si approvi al più presto la modifica anche con la seconda dose e venga introdotto il Green Pass nei settori che sono stati al momento esentati, come i trasporti, perchè la tutela della salute, che poi coincide anche con la nostra economia, viene prima di qualsiasi business”.
E per entrare in ospedale “giusta è stata la scelta del governo di richiedere anche ai visitatori il Green Pass”.
“I medici e gli infermieri internisti che hanno avuto in cura due terzi dei pazienti Covid sono al 100% vaccinati, un obiettivo – aggiunge Manfellotto – che è ora indispensabile raggiungere per tutti gli operatori sanitari andando ad agire con decisioni rispetto alle sacche di non vaccinati che ancora permangono nella Sanità ”
Una scelta condivisa anche da Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma: “il punto di vista del medico è solo uno: il Green Pass andrebbe dato solo a chi ha completato la vaccinazione. Così, facciamo lo stesso errore della scorsa estate: un mese di vacanze, i conti in autunno. La variante Delta si è sviluppata in Inghilterra proprio a causa dell’alto numero di vaccinati con sola prima dose”.
Rincara la dose Luca Puccetti, segretario della Federazione medici di medicina generale di Pisa: “Il green pass non sempre significa una protezione sicura, specie se ottenuto dopo una sola somministrazione di vaccino. Stante che il 10 per cento circa degli ultraottantenni non è vaccinato e che tra i soggetti con età compresa tra 60 e 79 anni non si è vaccinato almeno il 20 per cento – spiega Puccetti – rimangono molti gli italiani a rischio di gravi complicanze per infezione da Covid. L’abolizione dell’obbligo delle mascherine all’aperto è una misura molto pericolosa così come è profondamente errata la convinzione che qualunque vaccinazione che conferisca il Green Pass significhi una sicura protezione dall’infezione e dalla malattia”.
Soltanto due dosi con vaccino a Rna, aggiunge il segretario dei medici pisani, “conferiscono mediamente una protezione dalla variante delta pari all’88 per cento mentre due dosi con vaccino a vettore virale conferiscono una protezione del 70 per cento. Se la dose ricevuta è una sola delle due previste la protezione dalla variante delta è di appena il 35 per cento. Con il vaccino a Dna per cui è prevista una sola dose la protezione risulterebbe mediamente inferiore al 60 per cento”.
Secondo i medici pisani risulta quindi importante “potenziare ed estendere la vaccinazione, ma anche continuare con le misure di distanziamento, di igiene e sanificazione, di protezione individuale e di tracciamento. Quanto più il virus circola tanto più si possono sviluppare varianti ancora più pericolose ed aumentano i rischi per tutti coloro che non si sono voluti o potuti vaccinare o in cui il vaccino non ha sviluppato protezione adeguata perché immunodefedati per i più vari motivi. Siamo ben lungi – conclude Puccetti – dall’aver sconfitto il virus e queste precauzioni sono necessarie se si vogliono evitare nuove tragedie e chiusure dall’impatto devastante”.
(da agenzie)
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