LE AMMINISTRATIVE SLOGAN PER SLOGAN: DA MORATTI A PISAPIA AL DERBY INVERNIZZI
LA FOLLE CORSA DEI CANDIDATI, DALLE GRANDI CITTA’ AI PICCOLI COMUNI: A TORINO TUTTI VOGLIONO CHIAMARSI COPPOLA, FASSINO ALLA EASTWOOD, LETIZIA CHE VOLEVA FARE LA BALLERINA, CENTENARIA IN LISTA IN FRIULI…TRASH AL POTERE NEI MANIFESTI ELETTORALI
Da una parte Moratti contro Pisapia, dall’altra il derby degli Invernizzi.
Milano e Morterone, testa e coda dei 1345 comuni italiani che andranno al voto il 15 e 16 maggio (a cui si aggiungono 11 province e a novembre una Regione, il Molise, dati Ancitel).
Se sulla corsa a Palazzo Marino si è detto tanto, la sfida per guidare i 38 cittadini del minuscolo centro in provincia di Lecco (il più piccolo d’Italia) ha senz’altro meno aspetti noti.
Comune da gennaio in amministrazione straordinaria, due aspiranti sindaco con lo stesso cognome: Invernizzi.
Antonella, (il primo cittadino sfiduciato) ci riprova a capo di “Vivere Morterone”.
L’avversario, Riccardo, le lancia la sfida con “Rinnoviamo Morterone” e un programma di 12 punti.
Due liste e 18 candidati (esclusi loro due): un passo indietro rispetto a cinque anni fa quando il numero degli aspiranti superò addirittura quello degli aventi diritto.
Se a Morterone la competizione è targata Invernizzi, a Torino (una delle sfide principali), non ce ne vogliano gli altri candidati, ma è Coppola a farla da padrone.
L’originale è il bel Michele (il candidato del centrodestra), assessore regionale alla Cultura, incoronato dal premier come quello che ci vuole per Torino, “una scopa nuova che scopi meglio”.
Ma sulla scheda i torinesi troveranno anche la “Lista Coppola per una Torino più rosa”, che appoggia il candidato del Terzo Polo, Alberto Musy (provocando le ire di Pdl e Lega), e ancora l’aspirante sindaco Domenico Coppola (sei liste per lui, tra cui una che si chiama Forza Toro ma nessun sito ufficiale).
E dove non arriva l’anagrafe ci pensa la fantasia.
Solo la commissione elettorale ha stoppato la lista CoPoLa (Comitato Polo Latinoamerica), esclusa come le altre quattro a sostegno di Marco Di Nunzio, tra cui la lista “Bunga Bunga – Più pilo per tutti”.
Un cartello elettorale di cui fa parte anche “Forza Juve” e che sul suo sito dal nome esotico (www.intrigatropical.eu 1) annuncia ricorsi, facendo proselitismo senza andarci troppo per il sottile: “Vuoi candidarti e percepire uno stipendio? Clicca qui”.
Ben altra molla dovrà aver spinto a cimentarsi nell’agone politico Marcella Beltrame, 100 anni appena compiuti, in corsa per la lista civica a sostegno di Silvano De Bortoli, nel comune di S. Quirino (Pordenone).
Si aspettava il via libera ufficiale dopo la presentazione delle liste. Candidatura ammessa e come riporta il sito della Regione Friuli, la signora, nata il 1° aprile 1911, sarà regolarmente ai nastri di partenza.
Il Trentino Alto Adige, invece, è l’unica regione dove non sono previste votazioni.
Succede così che programma presentato nel 2005 da Renzo Anderle, ex sindaco di Pergine Valsugana (Trento), possa tornare buono per la corsa di Emanuele Cassano (Pd), in lizza nel comune barese di Palo del Colle, a 17 Km da Bari.
Plagio autorizzato dall’autore (anche lui nell’area del centrosinistra) all’insegna della circolazione delle buone idee.
A patto di fare le dovute modifiche, tagliando in primis i riferimenti alle piste da sci. Viva il fair play.
Qualcosa di simile, ma senza avvisare l’autore, aveva provato a fare Gianni Lettieri nei suoi 72 punti programmatici “copiati” in parte dai 100 di Matteo Renzi.
Scoperto, si è difeso ammettendo di aver preso il buono anche da “De Luca, Tosi e Chiamparino”.
Mentre restando sempre a Napoli salta fuori in rete come “il Futuro è mo’” slogan del candidato Pd, Mario Morcone riecheggi in dialetto napoletano “Il Futuro è adesso” di Renata PolverinI.
Ancora nel capoluogo partenopeo, 48 consiglieri dell’ultima legislatura (l’80%) hanno scelto di ricandidarsi.
Se fossero tutti eletti (con il numero tagliato da 60 a 48), non si vedrebbe nessuna faccia nuova a palazzo S. Giacomo.
Neanche il cognome del leader tanto amato dai leghisti aiuta, invece, Massimo Bossi nella sua corsa a sindaco di Gallarate (Varese).
E’ arrivato il sostegno del Pdl, ma il Carroccio gli ha messo contro un suo candidato di punta, Giovanna Bianchi Clerici.
Colpa, dicono, di alcuni manifesti con la scritta “Vota Bossi” e il simbolo dell’odiata Lega Padana lombarda, che avrebbero mandato su tutte le furie il Senatùr.
Orgoglio indipendista ma in salsa sarda per Claudia Zuncheddu, già “consigliera” regionale e tra i candidati per la poltrona di primo cittadino a Cagliari.
Nome noto, come spiega lei stessa sul suo blog, a livello nazionale e internazionale come pilota di rally.
Nel suo palmares Parigi-Dakar, Rally dei Faraoni, Parigi-Città del Capo, Rally di Tunisia, Parigi-Pechino. Nel 1986, prima donna di sempre ad entrare nelle selezioni del durissimo Camel Trophy.
Questo per i meno noti.
Ma anche i big si attrezzano per fare breccia nell’immaginario degli elettori. Piero Fassino per la sua corsa rispolvera uno degli ultimi Clint Easwood e battezza la Gran Torino.
E sul sito ufficiale salta fuori una locandina con l’ex segretario dei Ds in versione Walt Kowalski.
Si provano anche a demistificare alcuni luoghi comuni: “Contrariamente da quanto si possa supporre dal mio fisico”, scrive il candidato del centrosinistra, “mi piace mangiare e bere bene”.
Si abbandona alle confidenze anche la donna di ferro dell’amministrazione milanese, Letizia Moratti.
Tra la grana Lassini e il mantra alla “Ok il prezzo è giusto” delle 100 cose già fatte e le 100 da fare, c’è tempo anche per guardarsi indietro: “Da bambina sognavo di fare la ballerina alla Scala o l’architetto, ma la vita mi ha riservato altro”.
E nella casa di vetro del “mondo di Letizia” salta fuori una Moratti in versione Karen Blixen/Meryl Streep in “La mia Africa”, con una citazione, quasi obbligata, tra le canzoni del cuore per Ornella Vanoni.
Proprio la cantante milanese, infatti, inaugura la breve carrellata dei nomi noti in corsa in questa tornata.
Nel capoluogo lombardo, trova posto come aspirante consigliere assieme all’ex nazionale di rugby, Marcello Cutitta nella lista “Milano al Centro”. Conferma per Carmine Abagnale nel listino Pdl.
In lizza anche Gianni Rivera e Marco Predolin nella lista “Librandi per Milano”. Non si trova traccia, almeno in rete, dell’annunciata candidatura in Veneto di Debora Caprioglio, nelle fila dell’Alleanza di Centro di Pionati.
Altro derby sportivo a Siena, dove l’ex pilota Alessandro Nannini corre come aspirante sindaco per il centrodestra.
Tra i suoi sfidanti per il Terzo Polo, Gabriele Corradi, papà del calciatore dell’Udinese Bernardo.
Assessorato annunciato a Napoli per Fabio Cannavaro.
Parola del candidato del centrodestra, Gianni Lettieri, che molto ammicca al calcio e agli azzurri di Mazzarri nella campagna “Far vincere Napoli”.
“Solo uno spot”, ha replicato il candidato Idv, Luigi De Magistris: “noi preferiamo Cavani e Lavezzi che rappresentano il futuro”.
Diecimila euro contro venti milioni (stando alle ultime cifre accreditate).
E’ la distanza che separa la campagna low cost della stella ventenne dei grillini, Mattia Calise, da quella di Letizia Moratti (che si era fermata a 6 cinque anni fa).
Fatica ad arrivare a 1 milione il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia. Più equilibrata la volata bolognese, dove Virgilio Merola mette in preventivo 160 mila euro (a cui andrà sommato il conto del Pd), contro i 140mila di Daniele Corticelli, candidato civico di Bologna Capitale, i 100 mila del leghista Manes Bernardini, appaiato a Stefano Aldrovandi del Terzo Polo.
Dove non arrivano le risorse finanziarie possono, però, i social network.
Chi sarà il più bravo sul web?
Ecco una classifica in tempo reale 4 dei candidati su Twitter, che tiene conto di tweets pubblicati, presenza, followers e rapporto friends/followers). I risultati: sul podio salgono Luigi De Magistris, Virginio Merola e Manes Bernardini.
Rimandati, almeno per il momento, Guido Baldrati (Fli per la provincia di Ravenna), Franco Ceccuzzi (Pd per Siena) e Claudio (Pd per Pordenone).
E per i più nostalgici restano i tradizionali manifesti elettorali.
Tre citazioni per le trovate più audaci di questa tornata.
A Milano non fa difetto il celodurismo all’aspirante consigliere della Lega Nord Massimiliano Bastoni, che si fa ritrarre sorridente accanto alla carta napoletana da cui nasce il suo slogan: “Cala l’asso… Vota bastoni”.
Non teme di sfigurare, nonostante i 63 anni appena compiuti, Alberto Astolfi detto Bertino, in canottiera e costume come ogni bagnino che si rispetti della riviera romagnola.
Sguardo fiero verso l’orizzonte e mare Adriatico sullo sfondo, lo slogan dell’aspirante consigliere comunale di Rimini è “Senza se, senza ma, ho sempre remato per la mia città “.
Chiude il tris Gianluigi Marra detto Giangi in corsa come sindaco per la lista Azzurri Italiani a Torino: “Scopiamo?… via la vecchia politica”, si chiede sorridente con tanto di ramazza tricolore.
Due idee dal suo programma: trasformare i campi nomadi in campeggi per turisti e usare le guardie giurate per pattugliare il territorio.
Con queste premesse qualcuno potrebbe invidiare gli elettori di Gubbio: loro votano una settimana più tardi.
Tutto rimandato per la corsa dei ceri.
Pasquale Notargiacomo
(da “La Repubblica“)
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