LEGGE ELETTORALE, OGGI VERTICE PD, SI CERCA UN’INTESA
RENZI: “BASTA MELINE O TRATTO CON SILVIO”…IN ATTESA DELLE MOTIVAZIONI DELLA CONSULTA
Matteo Renzi riunisce subito il Pd. Non vuole aspettare la direzione di giovedì.
Oggi arriva a Roma e ha convocato, stasera alle 8 e mezzo a Largo del Nazareno, i capigruppo, gli uffici di presidenza e i referenti democratici nelle commissioni parlamentari.
All’ordine del giorno il patto di governo. Sottotitolo: la legge elettorale, il tema che gli sta più a cuore.
«Il mio sistema preferito è lo spagnolo», spiega il segretario ai fedelissimi che lo sentono tutti i giorni.
Un modello quasi bipartitico, quindi super bipolare. Lo stesso che piace a Berlusconi. «Ma del Cavaliere non mi fido quindi sono pronto a ragionare anche del doppio turno», aggiunge Renzi.
Vale a dire, il sistema che metterebbe d’accordo la maggioranza di governo, che Angelino Alfano sponsorizza come unica scelta e che, per salvare l’esecutivo, è stato “adottato” anche da Enrico Letta.
Il doppio turno è la proposta storica del Partito democratico. Avrebbe perciò la strada spianata all’interno delle varie correnti del Pd.
Il punto però sono i rapporti di fiducia instauratisi nella coalizione. «I tempi per me sono importantissimi. Se dovessi capire che Alfano svicola, rinvia o mette dei veti, mi tengo la porta aperta dell’accordo con Berlusconi. Va rispettata la scadenza del 27 gennaio in aula alla Camera. Non posso permettermi di perdere la faccia accettando slittamenti ».
Per questo Renzi tiene «l’arma carica» del dialogo con Forza Italia. Per far capire ad Alfano che non accetta dilazioni.
L’incontro con Berlusconi viene rimandato. Il sindaco non lo esclude ma lo immagina come la fine di un percorso.
«Semmai dovessimo sederci a un tavolo con lui sarà per sottoscrivere un’intesa già preparata. E non saremo soli: coinvolgerò tutte le forze che condividono la stessa riforma»
Adesso bisogna solo aspettare le motivazioni della sentenza con cui la Corte costituzionale ha cancellato il premio di maggioranza del Porcellum.
Il presidente Gaetano Silvestri e il relatore Giuseppe Tesauro le avrebbero già pronte nel cassetto.
Elaborate dopo un lungo confronto perchè la sentenza è a suo modo “storica”: coinvolge il rapporto tra governo e Parlamento (la governabilità ), il rispetto della sovranità popolare, il legame tra cittadini ed eletti. I princìpi-cardine di una Costituzione. Ma il testo c’è.
Oggi potrebbe diventare pubblico, secondo alcune indiscrezioni. Al massimo, con qualche limatura, si potrebbe arrivare a mercoledì. Renzi attende le motivazioni per accelerare in maniera definitiva.
E per capire su quale dei tre modelli proposti, che lui considera ancora tutti validi, si può procedere velocemente.
La commissione Affari costituzionali ha messo in calendario audizioni di esperti fino a giovedì.
Dopo è necessario arrivare a un testo base da votare. «Penso sarà un testo della maggioranza – spiega il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza –. Pd, Ncd e Scelta civica possono convergere sul doppio turno di coalizione. Mi sembra difficile fare una legge contro Alfano, verrebbe giù il governo.
Ma Renzi fa benissimo a tenere aperto il canale con Berlusconi.
Dev’essere sterilizzato il potere di ricatto del Nuovo centrodestra». Il passaggio della direzione di giovedì non è secondario. In quella sede potrebbe emergere una maggioranza chiara a favore del doppio turno. Ma il segretario racconterà gli esiti delle consultazioni anche sulle altre proposte.
Ci lavorano Dario Nardella, che ha sentito anche il Ncd Cicchitto e la responsabile Riforme Maria Elena Boschi, che oggi alle 12 riunisce i membri Pd della commissione Affari costituzionali.
La Boschi ha parlato con il ministro Gateano Quagliariello che le ha confermato la linea Maginot degli alfaniani: il doppio turno e basta.
Questo non impedisce a Renzi, a Nardella e alla stessa Boschi di continuare la trattativa con Denis Verdini e Renato Brunetta.
Goffredo De Marchis
(da “La Repubblica”)
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