LEI NON SA CHI SONO IO…(PER FORTUNA)
LE DISAVVENTURE DI UN PITTORE URUGUAIANO CON PASSPORT, LA RICERCATA RIVISTA DELLA PARROCCHIA DI DON OTTAVIO TRAVERSO, L’UOMO PER TUTTE LE NUOVE STAGIONI (DEL PD), CATECUMENO DI SUORA MARTA E FRATE REPETTO…TURISTA PER CASO E SENSIBILE AI BENI TERRENI ( 4.000 EURINI AL MESE)
Riceviamo e pubblichiamo questo interessante contributo relativo alla rivista di promozione turistica della Provincia di Genova, Passport, di cui avevamo trattato recentemente, affidata da anni a Ottavio Traverso, uomo targato Pd, attraverso una consulenza esterna pari a 4.000 euro mensili.
Gentile direttore,
mi chiamo Leonardo Denoda, sono un pittore Uruguayo di radici italiane. Da un anno vivo a Genova e vi scrivo perchè in questi giorni ho dovuto, ahimè, fare la conoscenza di Ottavio Traverso ed avendo visto il vostro giusto interesse nei suoi confronti, penso vi possano interessare le mie vicissitudini con questo personaggio.
Preciso prima che vi scrivo solo per rendervi noto il paradosso che ho dovuto vedere nel comportamento di questo personaggio nei miei confronti, senza nessun interesse o posizione politica: brevemente, fra pochi giorni inauguro una mia mostra nel centro storico di Genova, per questo ai primi di settembre ho inviato il comunicato stampa della mia iniziativa via mail a Passport perchè venisse pubblicata la notizia.
Bene, non ricevendo risposta, l’ho rinviato, e poi ancora e ancora, senza mai ricevere alcun cenno di riscontro. Ho aspettato quindi fiducioso ottobre per vedere se la comunicazione fosse stata pubblicata automaticamente, ma in Passport di questo mese, come ho potuto verificare, non compare assolutamente.
Per ironia della sorte, due pagine sono interamente dedicate al Salone nautico, evento meramente commerciale, senza alcuna valenza culturale, e molto spazio a manifestazioni che non voglio giudicare, ma che non sono sicuramente di natura superiore alla mia mostra.
Sinceramente offeso e stupito di questa incompetenza e mancanza di rispetto ho inviato allora una mail, esprimendo la mia indignazione e domandando le ragioni di questo loro comportamento. Incredibilmente il giorno seguente mi risponde il sig. Ottavio Traverso dicendomi di essere più cortese e, senza scusarsi, sostiene di non aver inserito la notizia della mia mostra per mancanza di spazio.
Qualcosa non quadra: gran spazio agli yachts, alle sagre delle caldarroste e simili, e per una mostra d’arte contemporanea, allestita in parallelo alla Divina Commedia di Dante Alighieri, nulla.
Ho quindi riscritto ancor più indignato, chiedendo se il rifiuto a parlare della manifestazione fosse forse dovuto al fatto di non aver usato alcuna conoscenza ( io non ho certo appoggi altolocati) per far stampare per amicizie la mia comunicazione.
Traverso mi risponde, offeso dalle mie parole e dal fatto che l’ho definito “impiegato”, informandomi che ha inviato la mia mail al suo legale per valutare se ci sono gli estremi per una azione legale nei miei confronti.
Disgustoso, non sono sorpreso, ma tutto ciò è semplicemente disgustoso.
Vorrei sapere la vostra impressione sulla mia vicenda e se ritenete giusto che sia stato trattato così.
Risponde il ns. direttore
Caro sig. Leonardo,
mi permetta intanto, a nome della comunità genovese,di scusarmi verso un artista che, da poco nella nostra città , riteneva giustamente di non subire quelle discriminazioni che noi italiani spesso imputiamo ad altre nazioni.
Ho pubblicato volentieri le sue righe di protesta, confidando che la pubblicità che le facciamo possa sicuramente compensare la mancata pubblicazione sul bollettino da lei citato.
Essendo certo,al di là della tiratura di Passport, che il nostro sito ha più lettori reali della rivista per curare la quale la Provincia di Genova destina al sig. Ottavio Traverso e alla sua società Image la modica somma per consulenza di 4.000 eurini al mese.
Quanto alle sue vicissitudini, sarebbe bastata una mail di scuse da parte di Passport, può succedere di fare un errore, sta alla educazione della persona rendersene conto e chiedere venia.
Una volta esisteva un detto, “date a un presuntuoso una divisa e non lo terrà più nessuno”. Purtroppo la casta politica in Italia ha miracolato tanti travet che, premiati per servizi partitocratici, ora pensano di dirigere il Corriere della Sera e non il bollettino della parrocchia di suora Marta o di frate Repetto, da cui hanno ricevuto il ruolo di gran ciambellano di corte. Se lei si fosse genuflesso, prima di salire le scale del tempio , invece che chiamare “impiegato” colui che si ritiene “una prima firma”, forse avrebbe avuto un trattamento migliore e magari anche la benedizione “urbi et orbi”. Dia retta a me, non se la prenda se a Genova decenni di potere delle sinistre hanno generato dei piccoli mostri burocratici… Non ti curar di loro, ma guarda e passport… Un abbraccio, signor Leonardo, i suoi quadri non hanno bisogno di imbianchini e di cortigiani.
Riccardo Fucile
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