L’EX MINISTRA LUCIA AZZOLINA ADERISCE AL GRUPPO DI DI MAIO: “IL M5S NON ESISTE PIU'”
“CONTE È OSTAGGIO DEI SUOI VICEPRESIDENTI. PRESTO IL MOVIMENTO CAMBIERÀ NOME”… “IO SONO UNA PERSONA LEALE, MA QUI NON SI VUOLE LA LEALTÀ, SI PRETENDE LA DEVOZIONE E LA FEDE CIECA”
“Vivo da tanti mesi un enorme disagio. È come un fidanzato che speri possa cambiare, ma non cambia. Anzi peggiora». Lucia Azzolina se ne va. L’ex ministra dell’Istruzione dice addio al Movimento 5 stelle e abbraccia il progetto di Luigi Di Maio. «Scelta libera e consapevole», commenta lui.
La porta che sbatte l’ex ministra dell’Istruzione fa rumore: «Io sono una persona leale, ma qui non si vuole la lealtà, si pretende la devozione e la fede cieca. Conte è ostaggio dei suoi vicepresidenti. Presto il Movimento cambierà nome». Nelle stesse ore Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture, assicura che «io resto nel Movimento, è la mia casa». Ma, anche lui, chiede a Conte uno scatto d’orgoglio: «Dica chiaramente se la decisione sul doppio mandato è una priorità o no».
Si allunga il rosario che Giuseppe Conte sgrana nel suo studio in via di Campo Marzio, dove è rimasto chiuso per quasi tutta la giornata di ieri. La battaglia sul termovalorizzatore di Roma; il voto sul doppio mandato; un nuovo decreto per l’invio di armi in Ucraina; il blocco del superbonus; l’addio di Azzolina. A strappare un sorriso all’ex premier ci sono i quasi 1000 nuovi iscritti al Movimento in quest’ultima settimana, 300 in più rispetto a maggio.
«Le adesioni dei cittadini di questi ultimi giorni ci danno ancora più forza e determinazione per non guardare indietro – dice il capo del M5S- guardiamo avanti con i nostri valori e una linea politica sempre più decisa e compatta. Chi ha cambiato idee e approccio fa legittimamente le sue scelte. Noi pensiamo ai cittadini, che si aspettano molto dal Movimento».
Le spine di Conte restano tante, a cominciare da quella di giovedì 30 giugno. Quel giorno arriva nell’aula della Camera il decreto Aiuti, che contiene il famoso articolo che conferisce poteri speciali al sindaco di Roma per la realizzazione del termovalorizzatore. Il governo ha necessità di fare in fretta, perché il decreto scade il 16 luglio e deve essere discusso anche dal Senato.
A inizio maggio, quando il provvedimento ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri, i grillini si sono astenuti in aperto dissenso. Per i pentastellati è una battaglia identitaria. Se il governo non cambierà l’articolo sul termovalorizzatore, difficilmente il M5S garantirà l’appoggio. Sarà il primo banco di prova per capire quanto forte sia la volontà di Conte di tenere il Movimento 5 stelle all’interno della maggioranza.
C’è poi la questione del doppio mandato. Conte aveva assicurato un voto online «entro giugno», ma la netta contrarietà di Beppe Grillo lo farà slittare a chissà quando. La questione riguarda da vicino Cancelleri, possibile candidato alle primarie siciliane del centrosinistra del 23 luglio. Stando alle attuali regole non potrebbe candidarsi, visto che ha già svolto due mandati come deputato regionale all’Ars.
(da agenzie)
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