L’INCAUTO SINDACO LEGHISTA: “DUCE, QUANDO TORNI?”. MA SE TORNASSE VI METTEREBBE UNA CORDA AL COLLO
L’IGNORANZA DI CRISTINA BERTULETTI, SINDACO DI GAZZADA SCHIANNO (VA): “LO VORREI PIU’ CATTIVO CHE MAI”
“Duce oh Duce… quando ti reincarni?”: queste parole sono state affidate alla bacheca pubblica di Facebook da Cristina Bertuletti, sindaco leghista di Gazzada Schianno, comune di 5mila anime alle porte di Varese.
Un commento accolto da un’infilata di like — una sessantina quelli che si contano dopo un giorno di permanenza del commento sulla pagina — e da una lunga serie di risposte tra il divertito e il solidale.
Tra un “Magari!” e un “boia chi molla” che non si nega ai cazzari padani, qualcuno parte chiedendo alla sindaca: “Cioè lo vorresti più grasso?” e lei, con tanto di sorriso, replica: “Grasso grosso e più cattivo che mai!”.
E poi continua: “Io sono leghista e ripudio tutto ciò che accomuna gli italioti”, fino a metterci il carico da novanta: “Il Duce, oggi, sarebbe più che leghista. Direi integralista”.
Per concludere degnamente il suo discorso da psichiatria, Cristina Bertuletti si chiede “E tutti sti cazzo di pseudo profughi che arrivano qua a farsi mantenere? Quanto investe il governo per questa gentaglia? Quanti soldi a Caritas e varie associazioni molto di lucro?”.
L’esternazione del primo cittadino leghista non è passata inosservata.
Come riporta la Prealpina, le opposizioni in consiglio comunale non commentano e nei prossimi giorni “decideranno se presentare una mozione per chiedere chiarimenti al sindaco”.
Chi commenta sono invece i vertici comunali e provinciali del Partito Democratico: “È inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni come un sindaco usi parole così forti, fuori anche dalla storicità del momento — ha dichiarato alla Prealpina il segretario Orlando Rinaldi.
Basso profilo anche da parte della segreteria provinciale della Lega Nord. Matteo Bianchi (che è anche sindaco del vicino comune di Morazzone) minimizza la vicenda e dice che si è trattato di una “boutade”.
La crassa ignoranza della leghista e dei suoi compagni di merendine che la porta ad accomunare il fascismo al leghismo fa parte della mancanza di cultura politica di una classe dirigente alla deriva.
Siamo passati dall’antifascismo di Bossi che voleva cercare i fascisti “casa per casa”, ai deliri qualunquisti del nuovo corso padagno.
Dove gli italiani sarebbero “italioti”, i profughi tutti “gentaglia”, la Caritas una mera associazione a fini di lucro.
Ci limitiano a ricordare che Mussolini non offendeva gli italiani, non auspicava la secessione, era per l’unità nazionale e ha posto in essere leggi per tutelare i più deboli, non per farli affogare.
Non trafficava in dentiere e lingotti, non si faceva ristrutturare casa con soldi pubblici e non sistemava parenti negli enti locali.
Tra mille errori, almeno negli “anni del consenso”, questi sono dati di fatto inconciliabili con certa fogna..
In ogni caso è meglio che non torni, soprattutto “più cattivo”: la tentazione di mettere la corda al collo di qualcuno potrebbe venirgli.
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