MAROCCHINO MASSACRATO DAI “GIUSTIZIERI”: PER L’UDC LIMONCINI SONO “BRAVI CITTADINI”, PER NOI SOLO DELINQUENTI
IL CONSIGLIERE REGIONALE LIGURE PER DIFENDERE LE SUE 1000 PREFERENZE SI SCHIERA CON TRE DENUNCIATI PER TENTATO OMICIDIO: “ERA UN LADRO, QUALCUNO DOVEVA FERMARLO”… L’UDC REGIONALE PRENDE LE DISTANZE
Marco Limoncini, ex sindaco leghista di Cicagna oggi capogruppo dell’Udc nel Consiglio della Regione Liguria, difende a spada tratta i tre giustizieri suoi compaesani denunciati a piede libero per il tentato omicidio di un marocchino 34enne.
Un raid tanto vigliacco quanto violento contro uno sbandato, con precedenti per furto e oramai diventato il principale sospettato di tutti i reati – per altro molto pochi secondo i carabinieri – commessi a Cicagna e dintorni.
Limoncini scrive su facebook: “La verità è che bravi cittadini arrivano a farsi giustizia da soli perchè la giustizia non funziona! La realtà dei fatti è che un delinquente di professione ladro visitava le nostre case e negozi. Qualcuno doveva fermarlo. Non puoi continuare a subire furti sapendo chi è l’autore e vederlo girare impunito! Leggetela come volete ma noi siamo dalla parte dei tre nostri concittadini!!!”.
Limoncini ottiene tante condivisioni e numerosi di “mi piace”.
Chi prende invece le distanze è Rosario Monteleone, segretario regionale del partito di Limoncini: “Mi auguro che Marco riveda certe frasi che io non condivido e non accetto. Spero che siano state dettate dall’emotività , perchè se così non fosse… Per come conosco Limoncini posso dire che non è nè un giustizialista, nè un razzista. Penso che si sia fatto trascinare dalla tensione che vive il paese e dalla pressione mediatica”.
Il gesto che nel Limoncini-pensiero va difeso a spada tratta, era stato condannato anche da polizia e carabinieri, così come dal sindaco e dal parroco di Cicagna. Quest’ultimo ieri è anche andato a far visita alla vittima dell’aggressione dei tre giustizieri, i quali rischiano di essere arrestati.
Il commento del ns. direttore
Se esistono ragioni per essere contro le “liste bloccate” con le quali le segreterie dei partiti scelgono e impongono i propri uomini nelle assemblee elettive, il caso delle infelici dichiarazioni di Limoncini dimostra quanto sia illusoria anche la strada delle preferenze.
Perchè il caso è tutto qua: di fronte a tre delinquenti che hanno ridotto in fin di vita uno sbandato solo perchè sospettato di “decine di furti” (cosa peraltro smentita dai carabinieri), il consigliere regionale dell’Udc, ex Lega, prende le difese non “del territorio” come lui sostiene, ma squallidamente del suo bacino elettorale, da cui ha ricavato i 1000 voti che gli hanno permesso di entrare in Regione.
Il caso Limoncini è emblematico: leghista da sempre, sindaco di Cicagna, segretario prov della Lega nel Tigullio, entra in collisione con Belsito che gli preferisce il figlio del sindaco di Chiavari come candidato in Regione.
A due mesi dal voto passa così all’Udc: improvvisamente i 1000 voti che prendeva a Cicagna si trasferiscono al partito di Casini e lui diventa il primo degli eletti dell’Udc.
La tesi dei “bravi cittadini” costretti a farsi giustizia da soli non regge:
1) Se i cittadini avessero avuto le prove che il marocchino era davvero responsabile di “decine di furti” e le avessero fornite alle forze dell’ordine, non sarebbe stato a piede libero a causa della reiterazione del reato.
2) Uno degli organizzatori delle ronde, intervistato da un quotidiano locale, ha esplicitamente detto che mai si farebbe registrare in base alla normativa Maroni.
Invocando quindi “mano libera”, tanto per capire chi sono i “bravi cittadini” cari a Limoncini.
3) Se “la giustizia non funziona” chi meglio di un politico regionale può avere titolo per fare i passi necessari per ripristinarla?
Perchè Limoncini non lo ha fatto prima che la situazione degenerasse, invece che cavalcare la protesta dopo?
4) La sicurezza è garantita dallo Stato e dalle forze dell’ordine: un segnale in senso opposto è segno di irresponsabilità per qualsiasi forza politica.
Se quei cittadini avranno diritto a delle attenuanti lo stabilirà il giudice, non Limoncini.
Fino a quel momento, da rei confessi, sono solo dei delinquenti.
Poi ognuno è libero di rappresentare politicamente anche questa categoria, basta non spacciarla per gente che ha agito per valori etici.
Materia su cui Limoncini non è titolato a dare lezioni.
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