MARONI: “SUL REFERENDUM E IN EUROPA SALVINI HA SBAGLIATO, DEVE IMPARARE AD ASCOLTARE”
L’EX GOVERNATORE ANALIZZA GLI ERRORI DELLA LEGA: “NON CI SI PUO’ ASTENERE SULLA CONDANNA A LUKASHENKO”
“Salvini aveva parlato di un 6-0. Dichiarazione un po’ improvida”, questo il commento di Roberto Maroni sulle regionali appena passate. “Mi aspettavo un 4-2 e non un 3-3. Pensavo che Fitto avrebbe vinto”.
In un’intervista rilasciata a QN, l’ex governatore della Regione Lombardia analizza gli errori commessi dal suo partito e dal leader Matteo Salvini.
â€³È un momento delicato. Salvini ha una grande passione, è un grande comunicatore, sa quali sono i temi di cui si dibatte e sa come conquistare il consenso. Ha un solo difetto, ma grande: non ascolta chi lo critica. In questo è molto diverso da Bossi”.
Un esempio concreto a questa considerazione per Maroni viene proprio dal recente referendum cosituzionale (per il quale, “ho votato SI. È stata una vittoria anche della Lega non solo di Di Maio”). Giorgetti, pochi giorni prima del voto, si era schierato con il NO: se Salvini lo avesse ascoltato magari adesso la Lega si trovava in una condizione migliore. Salvini era in tempo a cambiare, a indirizzare la campagna elettorale in modo diverso e adesso ci troveremmo con la vittoria dei No, la fine dei grillini, la crisi di governo e le elezioni in primavera”.
Un altro errore, ribadito ancora una volta anche da Giorgetti, è stata l’astensione al Parlamento europeo sulla condanna a Lukashenko. Così, viene il dubbio che la scelta sovranista e antieuropeista abbracciata da Salvini possa non essere lungimirante.
“Col senno di poi sì, specie se non sei al governo e rischi di finire emarginato. noi siamo sempre stati per l’Europa dei popoli, mai antieuropeisti. Quella è la Le Pen. Salvini dopo le europee del 2019 avrebbe dovuto raccogliere l’invito di Conte e nominare lui il commissario europeo, Giorgetti o Garavaglia. Sarebbe stata tutta un’altra storia”.
Se la linea politica della Lega in Europa non lo convince, quella nazionale è sicuramente più positiva (“fino alle europee, adesso è in difficoltà ”).
Giudica il neo vincitore Luca Zaia un politico “bravo e appassionato del Veneto, un vero federaista”, ma non vede alcuno scontro interno per la leadership perchè Salvini “se riuscirà a superare questa fase difficile, resta il segretario senza competitori interni”. E, al Sud, la Lega dovrà molto probabilmente giocare di alleanze per ottenere dei risultati.
“ll voto al Sud è molto diverso da quello del Nord. Sono consensi che erano di Alleanza Nazionale e di Forza Italia. Credo che di qui al 2023 sarà Fratelli d’Italia a crescere da quelle parti. Vedo la Meloni in grande espansione al Sud”.
Infine un chiosa sul suo ruolo. Se non si vede sindaco di una città come Roma (alle elezioni il prossimo anno), allettante è l’idea di Milano.
L’altro giorno era a Roma e in molti mi hanno detto ‘vieni a fare il sindaco di Roma così le cose le mettiamo a posto’. Tranquillizzo i romani: non farò il sindaco di Roma. Milano? Me lo chiedono in molti. Credo sia presto per parlarne. In ogni caso Milano per il centrodestra è assolutamente contendibile”.
(da agenzie)
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